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Beppe Grillo e il video per difendere il figlio Ciro. "Lo stupro, perché non posso commentare", il dramma della deputata M5s Daga

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Il video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro ha scandalizzato mezza Italia e imbarazzato il Movimento 5 Stelle. "È un cog***e, non uno stupratore. Arrestate me", è il messaggio del comico, evidentemente turbato dai guai processuali del rampollo, accusato insieme ad alcuni amici di stupro di gruppo nei confronti di due giovanissime ragazze milanesi nella villa sarda in cui alloggiava anche la compagna di Grillo, Parvin Tadjk, che ai magistrati ha riferito di non aver sentito nulla quella notte. 

 

 

 



L'unica grillina a dirsi turbata per quanto visto e sentito da Grillo è Federica Daga, deputata del Movimento con alle spalle una triste storia di abusi. "Perché una persona stuprata la mattina, al pomeriggio fa kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia vi è sembrato strano. Bene, è strano", ha sottolineato Grillo, descrivendo il video girato in camera da letto dal figlio e dagli amici: "Sono ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano col pis***o così perché sono 4 cogli***i, non 4 stupratori e io sono stufo perché sono due anni". "Umanamente mi dispiace per Beppe, il suo è il dolore di un padre - spiega la Daga all'agenzia Adnkronos -. Quasi non riesco a commentare ciò che ha detto. Ho avuto una relazione con una persona violenta per un breve periodo e per elaborare quanto era successo ci ho messo sei mesi, poi ho denunciato".

 

 

 



"Io ringrazio che ci sia il codice rosso, che consente alle donne di denunciare anche dopo sei mesi dal fatto - prosegue l'onorevole -. Mi dispiace per Beppe, la giustizia è lenta e io sono in causa da cinque anni". Difende a spada tratta il fondatore del Movimento, invece, la vicepresidente del Senato Paola Taverna: "Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo, e da mamma gli sono vicina. La magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli".

 

 

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