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Silvio Berlusconi e le spese condominiali, un rosso da record: 35 milioni di euro in dieci anni

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Oltre alla salute Silvio Berlusconi deve fare i conti con il portafoglio. Non sono infatti tempi semplici per il leader di Forza Italia che ora deve fare i conti con un "rosso" da record da pochissimo ripianato: ben 8 milioni nel 2020 per quel che riguarda le spese condominiali. Il conto totale di dieci anni di spese condominiali per le residenze del Cavaliere - annota il Corriere della Sera - arriva a una cifra spropositata: 35 milioni. Lunga infatti la lista dei costi: riscaldamento, utenze, ristrutturazioni, manutenzioni, giardinieri e vigilanza. Non saranno da meno le spese per il 2021 davanti a cui si troverà il fedelissimo ragioniere Giuseppe Spinelli. Proprio attraverso "Immobiliare Idra", la società presieduta da Spinelli e che amministra le abitazioni di Berlusconi (Arcore, Macherio, Lago di Como, Sardegna), il numero uno di FI ha presentato una richiesta al Comune di Olbia per "interventi di miglioramento del patrimonio edilizio esistente", ovvero Villa Certosa, la reggia estiva di Porto Rotondo.

 

 

Peccato però che il Piano Casa approvato dalla Regione sia tutto bloccato dopo essere stato impugnato dal governo Draghi. Ma le brutte notizie non finiscono qui perché la holding immobiliare controllata al 99,5 per cento dal Cavaliere ha emesso un nuovo prestito obbligazionario da 80 milioni per finanziarsi dando in garanzia, con un’ipoteca di secondo grado, il complesso di Porto Rotondo dal valore di 259 milioni. Per Berlusconi però gli esborsi non sono una novità. Sempre nel 2019 per il mantenimento delle sue magnifiche ville l'ex premier aveva perso quasi sei milioni di euro. 

 

 

Nel dettaglio era stato il costo di manutenzione (16,3 milioni, 768mila in più rispetto all’anno precedente) a pesare maggiormente, così come le spese per le riparazioni di immobili e impianti (costate circa 5 milioni) e le bollette: soprattutto quella dell’acqua, che è cresciuta quasi del 40 per cento superando il milione, ma anche quelle di luce e gas (+20). Per non parlare poi di quella telefonica, che in un anno è passata da 106mila a 172.690 euro. 

 

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