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Vittorio Sgarbi sbrocca: "Decerebrati. Torna Rocco Casalino e torna pure la mer***". Strana coincidenza alla Camera, volano insulti

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Uno scontro già visto quello tra Vittorio Sgarbi e Rocco Casalino. A rincarare la dose è il critico d'arte che su Facebook tuona: "Da quando Casalino è tornato ad occuparsi di Comunicazione (si fa per dire…)  sono ricominciate le cosiddette tempeste di me**a contro chi critica i 5 Stelle". Il deputato ricorda come la strategia di Casalino sia sempre la stessa e già ampiamente raccontata "in due diversi libri due giornalisti, Jacopo Iacoboni e Nicola Biondo, quest’ultimo, tra l’altro, portando la sue esperienza diretta lavorando proprio con i 5 stelle)". L'epilogo è sempre lo stesso: "Tu fai una critica alla Raggi, a Toninelli, o a un altro scappato di casa grillino e subito parte il passaparola a decine di gruppi, sottogruppi, pagine di propaganda, tutti riconducibili alla struttura dei 5 stelle, tutti animati, in gran parte, da decerebrati che non debbono pensare ma solo ubbidire copiando e rilanciando quello che viene loro ordinato: 'Tutti sulla pagina di Sgarbi (o di un altro avversario) a insultarlo'".

 

 

In sostanza, è l'accusa, un "pestaggio informatico", portato avanti da molti account che non corrispondono a persone reali, "ma sono completamente falsi, cioè funzionali ad attuare queste campagne di “smerd***nto". Per Sgarbi non è solo un caso: "Accade da un po’ di settimane, in coincidenza con il ritorno di Casalino alla Camera. Quello di oggi, dunque, è un ritorno alle origini. Ancora un dettaglio: i cittadini italiani pagano 150 mila euro di stipendio a Casalino per le sue tempeste di me**a". 

 

 

Proprio per gli insulti subiti da Danilo Toninelli, Silvio Berlusconi ha deciso di querelarlo. Nel mirino post social in cui l'ex ministro del Movimento 5 Stelle definiva il leader azzurro "una barzelletta", "impresentabile" e "un condannato in via definitiva". Insulti a cui il Cavaliere ha risposto presentando la richiesta di risarcimento di più di 200mila euro. Una cifra - ha messo le mani avanti il diretto interessato - che non possiede. 

 

 

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