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Giuseppe De Donno, "istigazione al suicidio": indiscrezioni dalla procura, su cosa si indaga

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No, il caso della morte di Giuseppe De Donno non è ancora chiuso. In primis perché oggi, venerdì 30 luglio, verrà effettuata l'autopsia sul corpo del pneumologo, trovato senza vita nella sua casa di Eremo di Curtatone lo scorso martedì mattina, un atto disposto dalla procura e necessario nell'ambito delle indagini. 

 

De Donno, lo si ricorda, era il padre della contestata terapia del plasma iperimmune per curare i malati di coronavirus (recentemente era tornato a fare il medico di base a Porto Mantovano). Anche a causa dei tempi dell'autopsia, il funerale del medico non potrà essere effettuato prima della prossima settimana.

Ma il caso-De Donno non è chiuso perché, si apprende dalla procura, si indaga anche per istigazione al suicidio. L'ipotesi non può essere esclusa, anche alla luce del fatto che lo pneumologo non ha lasciato alcun tipo di spiegazione, come un ultimo bigliettino, per spiegare le ragioni del suo gesto estremo. 

 

Dietro al suicidio di De Donno, potrebbe celarsi un caso di depressione acuta, forse dovuta anche allo stop imposto alla sua ricerca al plasma iperimmune, che fu molto sponsorizzata anche da Le Iene di Italia 1. Si è infatti appreso che lo pneumologo si era volontariamente ricoverato in una clinica, proprio per superare la fase nera, il demone della depressione che da mesi lo attanagliava, così come confermato anche da alcune testimonianze dei suoi colleghi.

 

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