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Antonio Pennacchi, le parole drammatiche nell'ultima intervista: "Per 15 euro pensano ai funerali. Dopo due infarti..."

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Fa un certo effetto rileggere oggi l'ultima intervista concessa da Antonio Pennacchi al Corriere della Sera. Lo scrittore, Premio Strega nel 2010 con Canale Mussolini, è infatti scomparso ieri, martedì 3 agosto, a 71 anni. A portarlo via, pare, un infarto. Un lutto per la cultura italiana, che saluta un personaggio vulcanico e fuori dagli schemi.

 

Nella lunga intervista che potete leggere integralmente cliccando qui, il Corsera chiedeva: "Sua madre chiamava lei, Pennacchi, catabrighe, che in veneto vuol dire uno che le liti se le va a cercare. Lei si picchiava pure con suo fratello e poi di questi scontri ha fatto un libro, Il Fasciocomunista". E lui: "Ma adesso sono vecchio, ho settantuno anni, mi sono iscritto ad un’associazione che, se versi un tot all’anno, mi pare quindici euro, poi penserà ai tuoi funerali. Mi tranquillizza", rimarcava. 

Dunque, gli si faceva notare: "Ma come, uno come lei che ha fatto tante battaglie operaie, pensa alla morte?". E Pennacchi rivelò: "Sono stato missino prima e comunista dopo, nessuno potrà mai dire che non ho seguito la coscienza. Oggi, dopo diversi libri, un paio di infarti e tre bypass, posso riposarmi e pensare un poco alle mie nipoti?", concluse.

 

Quindi raccontava delle sue strane abitudini: "Vado a letto alle sette del mattino, dormo fino al pomeriggio e scrivo di notte". Quando gli chiedevano se con le nipoti, Asia e Lucrezia, parlava mai di politica, rispose: "No, perché do per scontato che voteranno a sinistra. Il problema è un altro". Qual è? "Non so se io voterò a sinistra la prossima volta", concluse Antonio Pennacchi

 

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