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Alberto Zangrillo, la cannonata: "L'asino non diventerà mai purosangue, è un dato di fatto". Chi viene travolto dal professore

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Zitti tutti, parla Alberto Zangrillo, punto di riferimento in questa epopea pandemica. Il primario del San Raffaele in una lunga intervista al Corriere della Sera, fa il punto sull'emergenza coronavirus. E ribadisce alcuni concetti a lui cari: "Basta bollettini e basta campagna del terrore. Pensiamo agli altri malati". Dunque, aggiunge: "Trovo inutili e dannosi i bollettini quotidiani con i dati sui contagi. Rincorrendeo i numeri e le fantasie di pseudoscienziati perdiamo di vista le basi fondamentali dell'umanità", picchia durissimo.

 

Zangrillo ammette che "al pronto soccorso si sta presentando un numero maggiore di positivi che, però, nella maggior parte dei casi possono essere subito mandati a casa. I ricoveri - rimarca - riguardano chi non si è vaccinato. Ma non voglio ripetere cose ormai risapute e detta da altri". Quando gli chiedono se insomma l'interesse va spostato dai malati Covid agli altri, Zangrillo taglia corto: "Io ne sono fermamente convinto. È come se fossimo su una nave la cui rotta piano piano va modificata". 

 

Poi, da parte di Zangrillo, anche lezioni di realismo. Gli chiedono come si possono convincere gli scettici del vaccino, e il primario del San Raffaele risponde: "L'asino non diventerà mai un purosangue! Non lo dico, beninteso, in tono offensivo. Mi limito a un dato di fatto". Ma che cosa intende? "Come scritto anche da Nature, quasi il 20% della popolazione non si vaccinerà. E su questo c'è poco da fare. C'è uno zoccolo duro di scettici che è difficile da scalfire", conclude Zangrillo.

 

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