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Ennio Doris, "è arrivato il momento". Dopo 40 anni, clamoroso passo indietro: chi prende il suo posto

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"Superando la soglia degli ottant'anni penso sia venuto il momento di ridurre almeno in parte il mio impegno quotidiano con la banca". Con queste parole Ennio Doris ha lasciato la presidenza di Banca Mediolanum a favore del figlio Massimo. Si tratta, come spiegato dal fondatore dell'istituto, di "un  passaggio formale" che avverrà durante un cda straordinario programmato per fine settembre Intervistato da Radiocor, Ennio Doris non ha escluso "altri progetti per il futuro" mentre il consiglio di amministrazione e collegio sindacale di Mediolanum hanno già proposto "unanimi la sua nomina a presidente onorario". 

 

 

Nomina "da effettuarsi in occasione di una prossima assemblea che sarà chiamata a deliberare anche in merito alle opportune modifiche statutarie – già approvate dal consiglio di amministrazione – al fine di prevedere tale figura". Un ruolo che Doris accetta volentieri, definendosi "ancora utile, facendo le cose che mi piacciono di più e dedicandomi anche alla famiglia. Sono stato fortunato: non si trova spesso un padre a cui succede un figlio con le medesime caratteristiche. A me è successo, come a Maldini, a Mazzola. E questo mi lascia tranquillo".

 

 

Poi, interpellato sulla battaglia in corso per il rinnovo del vertice delle Generali che vede da un lato schierata Mediobanca (di cui Mediolanum ha il 3,3 per cento del capitale) e dall'altro Francesco Gaetano Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt, ha voluto lanciare un appello. "Da imprenditore  - ha detto - capisco a fondo le istanze e la visione di Del Vecchio e Caltagirone" ma "sono da sempre per le mediazioni piuttosto che per gli scontri. È innegabile che i risultati di Alberto Nagel in Mediobanca siano molto positivi, così come quelli di Philippe Donnet alla guida delle Generali".

 

 

 

 

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