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Paolo Mieli, attacco alla sinistra sull'allarme fascismo: "Com'è possibile che esca per magia ogni volta che si vota?"

Paolo Mieli

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Non si è parlato altro che di fascismo nelle settimane prima delle elezioni amministrative. Poi, chiusi, i ballottaggi, chiusa pure la questione. Quella che sembrava una emergenza assoluta, il prodromo di un ritorno al fascismo, ora non è nulla. Insomma tutto è nato e tutto si è spento con la fine della seconda tornata elettorale. 

 

 

E che le cose siano andate esattamente così ne è convinto pure Paolo Mieli - e tanti altri opinionisti ospiti dei talk show alla tv - che su La7, riporta il Giornale, mentre era in diretta, ha affermato: "Com'è possibile che questo tema spunti magicamente in ogni tornata elettorale?" si è chiesto l'ex direttore del Corriere della Sera. Che ha ricordato come già nel 1946 un simile trattamento era toccato ad Alcide De Gasperi, e da allora in poi "fascisti sono diventati Fanfani, Craxi, Berlusconi e persino Renzi", tutti gli avversari della sinistra post-comunista.

 

 

 

Una lettura della questione che ha visto d'accordo anche Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, rete che sull'"allarme fascismo" ci ha costruito ore e ore di talk show: "Il fascismo", ha osservato Mieli, è come il conflitto d'interesse di Berlusconi. Ricordate? Lo tiravano fuori solo quando il Cavaliere era al governo e spariva magicamente quando tornava all'opposizione". Insomma, tutta l'emergenza fascismo è finita in nulla.

 

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