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Massimo Cacciari linciato dopo la retromarcia sul vaccino: "Schiavo, era meglio morire"

 Massimo Cacciari

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L’universo no-vax è fatto così: gli strizzi l’occhio e alla prima occasione utile ti sfigura. Lo ha scoperto a sue spese Massimo Cacciari, che in realtà no-vax non lo è stato mai: ma le sue critiche contro il Green Pass, contro l’obbligo vaccinale e contro la gestione del Covid da parte del governo avevano fatto sì che venisse automaticamente arruolato tra quelle file.

 

 

E così la delusione per i no-vax è stata cocente quando hanno visto Cacciari in fila a Venezia che attendeva il suo turno per la terza dose del vaccino. D’altronde il filosofo non aveva mai dichiarato di essere contrario al vaccino, avendo fatto in precedenza già due dosi, ma non era d’accordo con l’obbligo e il suo uso estensivo, come nel caso dei bambini compresi tra i 5 e i 12 anni. La sua scelta di farsi somministrare anche la terza dose ha gettato nello sconforto quell’universo no-vax che lo aveva adottato come simbolo di un certo livello e di una certa credibilità.

 

 

“Dopo tutto quel casino messo su, ora cambia idea?”, “diamine, ma come è possibile, ma siete tutti schiavi?”, “che grande delusione, lo vedete che questi vi prendono in giro?”: questi sono solo alcuni dei tantissimi commenti no-vax contro Cacciari, molti dei quali non riportabili perché contenenti insulti e anche minacce di morte. 

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