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Ucraina, Sergio Romano: "Voci dal Pentagono, missili ultra-veloci che in pochi minuti...". Verso una drammatica svolta

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L'ha vissuta da ambasciatore, Sergio Romano. Ma la Guerra Fredda ora è tornata, "è fa davvero paura". Il diplomatico ed editorialista del Corriere della Sera fa il punto sulla situazione in Ucraina, facendo il parallelo su quanto accadde nel 1968 nella Cecoslosvacchia invasa dai carri armati del Patto di Varsavia. Fu forse l'ultimo e più grave momento di crisi militare tra Nato e Unione Sovietica, "molto più pericolosa di quelle che ci affliggono in questi anni". 

 

 

 

 

Tuttavia, sottolinea Romano, quella crisi rientrò velocemente perché tutti, dai cecoslovacchi agli occidentali e ai russi, erano consapevoli che sarebbe bastato un piccolo errore strategico per gettare il mondo nell'incubo di una nuova Guerra mondiale. Oggi invece quella consapevolezza sembra molto più flebile. "

 

 

 

 

"La Russia ha invaso l'Ucraina e la guerra in quella regione è già scoppiata - scrive Romano sul Corsera -. L'Unione Europea ha reagito, come in altre occasioni, con le sanzioni. Ma in questo caso sono particolarmente severe perché colpiscono, oltre al commercio e alla finanza della Russia, un gruppo di persone (gli oligarchi) che hanno stretti rapporti con Putin".

 

 

 

 

C'è poi lo scenario bellico-tecnologico a inquietare: Romano cita armi "ancora più raffinate" in arrivo sullo scenario non solo ucraino. "Robot-spia volanti grandi come colibrì, missili ultraveloci in grado di raggiungere ogni punto del pianeta in pochi minuti, sistemi audio-video capaci di captare ogni mossa del nemico da chilometri di distanza". Nei laboratori del Pentagono, conclude Romano, si sta già realizzando "la nuova Guerra fredda".

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