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Marco Travaglio e Marco Lillo, il "problemino" in redazione al Fatto: "La cosa più sensata", se le suonano su Zelensky

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Divergenze tra Marco Travaglio e Marco Lillo. Se il primo ha criticato l'invio delle armi all'Ucraina, lo stesso non si può dire per il secondo. Lillo infatti ha scritto chiaro e tondo: "La risposta più sensata contro la Russia è quella data dal governo Draghi: sì all'invio di armi all'Ucraina, sì alle sanzioni, no alla no fly zone che potrebbe portare alla terza guerra mondiale. A chi obietta che in altri casi non siamo intervenuti si può far notare che la politica estera è influenzata dalla vicinanza strategica".

 

 

Un pensiero schiettissimo, che lo contrappone al suo stesso direttore. Ospite di Otto e Mezzo il direttore del Fatto Quotidiano non è meno diretto. "Non è mai successo che si derogasse alla legge che vietava l’esportazione delle armi a paesi non parte di alleanze. Gli amici somali ci hanno chiesto armi per combattere l’Isis e non gliele abbiamo mandate", sono state le sue parole da Lilli Gruber .

 

 

E ancora: "Non sono un pacifista, ritengo che le armi in certi casi estremi, per sostenere la difesa dei popoli, come è per certi versi la resistenza ucraina come l’aggressore russo, sia legittimo inviarle ed usarle. Bisogna vedere - sottolinea - che cosa succede a mandare armi, vengono utilizzate da milizie di contractor, che a volte si ribellano contro". Insomma, Il Fatto dovrebbe fare un po' di ordine.

 

 

 

 

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