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Bruno Vespa: "Così Silvio Berlusconi mi ha rubato l'intervista a Vladimir Putin", la confessione

Bruno Vespa

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“Nessuno va oscurato nel dibattito politico: per quanto riguarda Porta a Porta all’inizio della guerra abbiamo avuto in studio sia l’ambasciatore russo che quello ucraino: gli oscuramenti non funzionano mai", spiega Bruno Vespa. E ancora, il conduttore del programma di Rai 1, intervistato nel podcast "A qualcuno piace spin" in onda su Radio Leopolda a partire dalle 15, aggiunge: "Andai in Iraq a intervistare Saddam Hussein durante la guerra del golfo, lo feci contro la volontà del governo e fu un’esperienza  importantissima, era un leader di grande spessore, fu un errore ucciderlo così come Gheddafi". 

 

Quindi su Vladimir Putin: "Lo andrei a intervistare di corsa, ho mancato l’intervista con lui per una situazione curiosissima, avevo tutto fissato ma il mio slot all’ultimo minuto lo rubò Silvio Berlusconi! La prima guerra di cui mi sono occupato nel ‘69 fu il conflitto in Vietnam, già allora esisteva la disinformazione , mi abituai subito a gestire le fonti. Alcune agenzie erano e sono più attendibili di altre , penso alla Reuters o alla France Press. Detto ciò Putin ha compiuto un’invasione indiscutibile, e Razov ha sbagliato a querelare La Stampa e attaccando Domenico Chirico, inviato di guerra di lunga esperienza, ha commesso un errore  da principiante, mi meraviglio molto. 

Bruno Vespa, successivamente, ragiona sul conflitto in Ucraina: "La vera sorpresa di questa guerra è stata la resistenza Ucraina: all’inizio del conflitto era stato offerto a Volodymyr Zelensky un salvacondotto che egli ha rifiutato, da comedian è diventato eroe, questo fa impazzire i russi che credevano di cenare a Kyev in qualche giorno. Zelensky ha vinto 10 a 0 la guerra della comunicazione. Non mi fido dei social, in questo contesto alimentano la disinformazione che in guerra è la regola". 

 

Fari puntati poi sugli affari interni: "Sulla politica italiana: mi ha sorpreso la retromarcia di Giuseppe Conte sulle spese militari, così come stupisce Matteo Salvini quando dice che non sopporta le armi per la difesa. Ma non credo che il governo cadrà perché sarebbe da pazzi metterlo in crisi adesso, e mi pare che Mario Draghi anche col supporto di Mattarella stia andando molto avanti. Pap Francesco? Fa il suo mestiere, chiede la pace ma senza armi è impossibile, sono la premessa di ogni negoziato. La via d’uscita? Mi pare che Putin 'si accontenti' del Donbass, spero che finisca li. Inquietante sarebbe lo scenario di un attacco finale a Odessa", conclude un Bruno Vespa a tutto campo

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