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Silvio Berlusconi, Putin e la profezia: "Tornerà la guerra fredda e reteremo senza gas". Clamoroso, quando lo aveva detto

Salvatore Dama
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È un video che gira da qualche giorno. All'inizio per sfottere. Poi per riflettere. Chi ha visionato il filmato con attenzione si è reso conto di un fatto. Che, nel 2014, Silvio Berlusconi aveva ben chiara la situazione internazionale. Tanto da riuscire a prevedere tutto quello che poi è effettivamente successo nella crisi dei rapporti tra Occidente e Federazione russa. Nessun potere divinatorio del Cavaliere. Semplicemente questo: l’ex premier, forte della solida amicizia con Vladimir Putin, ne aveva colto prima di altri il malumore per l’evolversi delle dinamiche tra Est e Ovest del mondo.E quindi, sedendo accanto a Bruno Vespa durante la presentazione del libro Italiani voltagabbana, al Tempio di Adriano, Silvio aveva delineato uno scenario futuribile, ma per lui molto probabile.

 

 

FATTO UN GRAN LAVORO
Lo stesso che stiamo vivendo oggi, a distanza di ottoanni. Ecco cosa aveva detto il Cav: «Quello che sta succedendo è davvero pericoloso, cioè il ritorno della guerra fredda tra Occidente e Federazione Russa. Tutto il lavoro che avevamo fatto io e Vladimir Putin tra il 2001 e il 2002» aveva portato al «dimezzamento degli arsenali militari» sia della Russia che degli Stati Uniti d’America, arsenali che «avevano la capacità di distruggere dieci volte l’intera popolazione del mondo». Quadro della situazione dell’epoca: sono trascorsi pochi mesi dalla crisi della Crimea, conclusasi con l’occupazione militare russa e con la separazione della penisola dal resto dell’Ucraina. Un referendum aveva sancito la linea indipendentista della fazione filorussa. Ma la comunità internazionale non ha mai accettato quel voto e tantomeno i carrarmati inviati da Putin. A cui erano state inflitte delle sanzioni economiche. Un errore, secondo Berlusconi. Perché, così facendo, «abbiamo risvegliato il sopito orgoglio di potenza militare dei russi, abbiamo colpito i patrimoni dei 400 russi più ricchi che non verranno più a spendere nell’Unione europea, i quali già stanno vendendo le case che avevano comprato». Infine la conclusione che ci riporta ai nostri giorni: «Dio non voglia che si vada avanti con il secondo pacchetto di sanzioni perché in questo caso non solo torneremmo nella guerra fredda, ma nella guerra freddissima, perché non avremmo nemmeno il gas dalla Russia». Ecco: i fatti stanno andando proprio nella direzione indicata, in tempi non sospetti, dal Cavaliere. Che con Putin ha un’amicizia più che ventennale, fatta di appuntamenti istituzionali e riunioni private. E ora? Silvio si è chiuso in un silenzio assoluto. Non ha voluto commentare l’attacco russo all’Ucraina, né per stigmatizzare né per difendere la scelta putiniana. Ma c’è chi assicura che si tratti di un silenzio operoso. Da Arcore l’ex premier ha attivato tutti i suoi contatti internazionali, soprattutto quelli in Francia e, ovviamente, in Russia. Il tentativo è di far ragionare le parti e riportare tutti sulla via del dialogo,fermando i bombardamenti.

 

 

PRATICA DI MARE
Non è facile. Perché Silvio non è più al centro della scena politica italiana. E perché Putin non è più il giovane leader volitivo che firmò l’accordo di Pratica di Mare con George W. Bush, patto che portò alla nascita di un Consiglio Nato-Russia. Roba lunare se si pensa a come stiamo messi oggi. Ancora ora, però, c’è chi vorrebbe Silvio protagonista: «Berlusconi sarebbe la persona più adatta a svolgere un ruolo di mediazione. Mediazione significa pace. Servirebbe un’investitura internazionale per lamediazione, ma quello che può fare lo fa». Lo ha detto il coordinatore nazionale di FI, Antonio Tajani, a Mattino Cinque.

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