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Pd, guerra contro Bianca Berlinguer: dove si spingono per screditarla (e cosa c'è dietro)

Gianluca Venziani
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Sia chiaro, molto meglio Telekiev di Telekabul. Ma i rossi (?) continuano a usarle tutte per fare incazzare nera Bianca. Le frasi del prof Alessandro Orsini al programma Cartabianca su RaiTre, condotto da Bianca Berlinguer, hanno attivato il fuoco poco amico del Pd che ricorre a ogni arma pur di colpire la giornalista, "rea" di essere troppo dissonante rispetto al mainstream dem.

 

Orsini, in modo criticabile, aveva detto: «Preferirei vedere i bambini crescere in una dittatura che morire per le bombe sganciate in nome della democrazia». Bianca si era limitata a farlo parlare, come dovrebbe essere normale in una democrazia. Ma ciò è reputato connivenza col nemico. Prima il direttore di rete Franco Di Mare (su imbeccata del Nazareno?), ha sparato un colpo, esploso a scoppio ritardato: «Frasi riprovevoli, Rai3 si dissocia. Il talk è un modello da ripensare se cerca l'effettaccio per aumentare lo share».

 

Poi Il Foglio, ormai voce del Pd, ha "intervistato" Luigi Berlinguer, cugino di secondo grado di Bianca, per farlo sparlare di lei. Lui, quasi 90enne, ha abboccato: «Credo che Bianca si sia lasciata prendere. Ma lei è la figlia di Enrico. Non può dimenticarlo. Chi porta quel cognome deve tutelarlo», avrebbe detto. Avrebbe. Perché poi Luigi ha rivelato di non aver rilasciato alcuna intervista, ma di essersi concesso solo una chiacchierata col giornalista del Foglio. Ah, cosa non si fa pur di far la guerra alla Berlinguer... 

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