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Karaganov, il fedelissimo di Putin minaccia l'Italia: "Non siete in grado di difendervi, il mondo è un luogo pericoloso..."

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L'Italia è incapace di difendersi. Parola di Sergey Karaganov, fedelissimo di Vladimir Putin nonché ex consigliere del presidente russo. Per il politologo a capo del Consiglio di politica estera e della difesa, l'obiettivo russo è quello di rendere l'Ucraina neutrale. Nulla di diverso, a suo dire, della condizione in cui si presentano molti dei paesi europei, Italia compresa. "Molti - spiega al Corriere della Sera - non sono in grado di difendersi. Hanno risparmiato sulla sicurezza. Si sono messi in questa posizione scomoda e l'Europa non è considerata più un attore serio". Karaganov ribadisce che l'assenza di investimenti per la sicurezza e la difesa è stato "uno dei gravi errori" a favore del "loro ideale di pace eterna".

 

 

Il politologo poi lancia una sorta di monito alle nazioni europee che dovrebbero potersi difendere. Il motivo? "Ci sono minacce reali che vengono da Sud e il mondo sta diventando pericoloso. Se dipendete dall'America, state svendendo la vostra sicurezza perché gli americani fanno i loro interessi". D'altronde è agli Usa che l'ex braccio destro di Putin imputa le cause del conflitto: "L'Ucraina è stata costruita dagli Stati Uniti e altri Paesi Nato come una punta di diamante per avvicinare la macchina militare occidentale al cuore della Russia. Vediamo ora quanto fossero preparati alla guerra. E il nazismo non riguarda solo l'essere contro gli ebrei. Nazismo è supremazia di una nazione sull'altra. Nazismo è umiliazione delle altre nazioni".

 

 

Nel mirino l'ingresso dell'Ucraina nell'organizzazione del Trattato dell'Atlantico: "Nel 2008 - ricorda - c'era un piano di rapida adesione. Fu bloccato, ma da allora l'Ucraina è stata integrata nella Nato. È stata riempita di armi e le sue truppe sono state addestrate dalla Nato, il loro esercito è diventato sempre più forte. Abbiamo assistito a un aumento del neonazismo, l'Ucraina stava diventando come la Germania nel 1936-'37". Da qui la sua conclusione, che ricalca esattamente le parole del presidente russo: "La guerra era inevitabile. Abbiamo deciso di colpire prima che la minaccia diventasse ancor più letale". 

 

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