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Generale Figliuolo si fa ristrutturare Palazzo Caprara: con quali soldi? Il documento "mancante", scandalo in Parlamento

 Il generale Figliuolo

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Palazzo Caprara, a due passi dal Quirinale, in tempi di spending review avrebbe dovuto essere venduto dal governo Gentiloni per portare nelle casse dello Stato qualcosa come 50 milioni di euro. Lo voleva il Qatar, ma non gli è stato dato. Lì il generale Francesco Paolo Figliuolo ha messo su il suo quartier generale dopo aver ingaggiato uno squadrone di tecnici, elettricisti, imbianchini e tanto altro per rinverdire i fasti dell'immobile già tempio dello Stato Maggiore. Con quali soldi? La domanda finora è rimasta senza risposta, come puntualizza Ilaria Proietti dalle colonne del Fatto Quotidiano. Del documento che il generale Figliuolo avrebbe dovuto presentare, in ossequio al decreto Sostegni bis, in Parlamento infatti non c'è traccia: nonostante gli obblighi di trasparenza della rendicontazione, la struttura commissariale non fornisce notizie né risposte. Il dubbio è che i fondi per i lavori di ristrutturazione del cosiddetto "Palazzo Figliuolo" siano stati attinti proprio dell'emergenza Covid.

 

 

Per questo, si legge ancora sul Fatto, i deputati del gruppo Alternativa, Andrea Vallascas e Raffaele Trano, hanno presentato un'interrogazione per sgombrare il campo dai sospetti, chiedendo lumi al presidente del Consiglio Mario Draghi. "Abbiamo cercato tracce anche in commissione Bilancio alla Camera del documento che Figliuolo avrebbe dovuto presentare in parlamento in ossequio al decreto sostegni bis, ma non ne abbiamo trovato traccia", spiega Trano al Fatto riferendosi all'articolo 34 del decreto 73 del 2021 che prevedeva che il commissario presentasse alla Presidenza del Consiglio, al ministero dell'Economia e alle Camere il rendiconto sull'effettivo utilizzo delle somme messe a sua disposizione decorsi sei mesi dal loro trasferimento sulla contabilità speciale della struttura commissariale e poi, da quel momento, ogni quattro mesi. "Alla Camera non è arrivato nulla di tutto questo. È evidente che ormai è saltato ogni schema: il Parlamento già legifera poco, ma non è messo neppure in condizione di esercitare alcun controllo. Se siamo solo un orpello sarebbe bene dirlo".

 

 

Delle spese commissariali vi è traccia solo sulla piattaforma di rendicontazione della struttura, ma vi compaiono - proseguono Vallascas e Trano - solo gli elenchi delle spese "privi delle motivazioni di necessità e urgenza che hanno determinato quelle spese nonché delle modalità di assegnazione degli approvvigionamenti". Per il resto sui conti del Covid sostenuti grazie alle tasse dei cittadini esistono solo delle stime approssimative. Insomma supposizioni che rendono plastica "una situazione di scarsa trasparenza nella gestione dei conti della struttura commissariale".

 

 

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