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Lavrov da Brindisi? Nicola Porro umilia Enrico Letta: "La prossima volta..."

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La polemica è pelosa. E stucchevole. Già, uno tsunami su Giuseppe Brindisi per l'intervista a Sergej Lavrov a Zona Bianca, su Rete 4, nella puntata di domenica 1 maggio. Il ministro degli Esteri della Russia ospite in collegamento. Difficile aspettarsi un'intervista che non fosse concordata, per ovvie ragioni. Resta il colpo giornalistico in sé, indiscutibile. Eppure, si è scatenato il fuoco incrociato contro il conduttore. A sparare ad alzo zero, in particolare, il Pd. Nel mirino il conduttore per il "buon lavoro" con cui si è congedato. Insomma, siamo alle solite nevrosi della sinistra.

 

E Nicola Porro, sul suo blog, si scatena contro chi punta il dito contro Brindisi. "Libertà di stampa, quella sconosciuta. L’Italia è solita grondare inchiostro sulla necessità di difendere giornalisti e giornali visto che la libera stampa è un cardine della democrazia. Ricordate il caso Report? Ecco, abbiamo detto tutto. Questi sacri principi però vengono sospesi quando intervistato e intervistatore non stanno simpatici ai depositari del bene e del male in questo malcapitato Paese", premette il pezzo.

 

Dunque si ricostruisce l'accaduto. Poi le polemiche. Si ricordano le parole dell'indignato Enrico Letta: "Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti-ucraina stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera?", ha tromboneggiato. E la chiusa del pezzo sul blog di Porro in replica a Letta e compagni è perfetta nella sua essenzialità: "La prossima volta, per intervistare un ministro, citofonare al Nazareno. E chiedere il permesso". Touchè.

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