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Volodymyr Zelensky, "il ponte non è bruciato": cosa si nasconde dietro alla proposta a Putin

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Volodymyr Zelensky apre a una trattativa con Mosca. Il leader ucraino ha dichiarato: "L'Ucraina sarebbe disposta ad accettare un accordo di pace di compromesso con la Russia se le forze di Mosca si ritirassero sulle posizioni del 23 febbraio". Anche senza mai citarla, il discorso del capo del governo di Kiev fa pensare a una nuova svolta sullo status della Crimea. 

 

 

A confermare un possibile "venirsi incontro", lo stesso capo dell'ufficio della presidenza ucraina, Andriy Yermak: "La priorità di Kiev - ha confermato all'emittente Rbc Ukraine - è finire la guerra e far ritirare i russi almeno alla situazione precedente all'invasione del 24 febbraio". Insomma, Kiev sarebbe disposta a sacrificare la penisola annessa alla Russia otto anni fa.

 

 

"Donbass e Crimea sono due questioni impegnative - ha aggiunto - che devono essere discusse dai due presidenti. Il presidente dell'Ucraina è pronto a farlo". Zelensky non ha nascosto la promessa di un "canale di dialogo sempre aperto": "Da parte nostra non tutti i ponti diplomatici sono stati bruciati". La guerra in Ucraina ha però portato a una nuova ridefinizione del territorio. Al momento infatti l'esercito di Vladimir Putin ha in mano il controllo di Kherson, Mariupol e la costa ucraina del Mar d'Azov. Da qui il retroscena su un possibile compromesso che prevede la spaccatura dell'attuale territorio ucraino, la cessione di porzioni di esso alla Russia, in cambio del mantenimento dello Stato ucraino nelle zone dove Kiev ha respinto i russi. Questo sarebbe il piano che Zelensky ha in mente per porre fine alla guerra.

 

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