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Azovstal, le missioni segrete in elicottero (e il ruolo dell'Italia): quello che non sapevamo sull'assedio

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Taras Chmut rompe il silenzio. Il direttore dell'organizzazione non governativa ucraina, Povernys Zhyvym, conferma quanto ammesso da Volodymyr Zelensky: l'acciaieria Azovstal è stata rifornita attraverso missioni segrete. Durante gli ottantadue giorni di assedio della fonderia di Mariupol alcuni piloti di elicottero di Kiev lasciavano le basi sicure per volare, radente al terreno, e raggiungere l'acciaieria. Qui, senza farsi intercettare dai radar russi, lasciavano armi, munizioni e rifornimenti, poi caricavano a bordo i feriti che potevano essere evacuati e tornavano indietro. Missioni altamente rischiose, tanto che non sempre i volontari riuscivano a portare a termine l'operazione.

 

 

Tra coloro che partivano per aiutare i combattenti assediati, anche Chmut. "Fornivamo il materiale su specifica richiesta degli assediati, che comunicavano con noi online - spiega in una lunga intervista a Repubblica -. Abbiamo partecipato a quattro missioni durante l'assedio. Non conosco il totale perché era tutto coperto da segreto e non potevamo sapere più del necessario. So che la frequenza delle missioni era la più alta possibile. Le nostre hanno avuto tutte successo, altre non hanno raggiunto l'obiettivo".

 

 

Lo scopo in ogni caso era portare più aiuti possibili agli assediati, anche se la quantità era limitata. Tutto, prosegue l'attivista, dipendeva dalla "capacità di carico degli elicotteri perché altro materiale, come le munizioni e le armi anticarro, aveva la priorità. I nostri aiuti viaggiavano assieme al carico principale. Per quel che riguarda la quantità, decine di droni quadricotteri (usati dal reggimento Azov per vedere i movimenti dei russi attorno all'acciaieria, guidare il tiro dei mortai e riprendere le imboscate dall'alto), decine di visori termici per vedere di notte, molte decine di sistemi radio di comunicazione e mirini termici, e anche accumulatori per l'energia elettrica". Oltre alla rivelazione sulle missioni segrete, c'è un'altra novità svelata dallo stesso Chmut. A finanziare queste iniziative anche l'Europa. "Non riceviamo donazioni dai governi - mette comunque le mani avanti - le riceviamo dalla gente che vuole sostenere la nostra causa. In alto sulla lista dei donatori ci sono Regno Unito, i Paesi baltici, la Polonia, la Repubblica ceca, i Paesi Bassi, la Svezia, la Norvegia e l'Italia". 

 

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