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Domenico Quirico: "Le parole scandalose di Papa Francesco", perché metteranno tutto a tacere

Papa Francesco

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Ora che Papa Francesco ha detto che Vladimir Putin non è il lupo cattivo, "che cosa faranno gli intellettuali immaginari, i politici, quelli che sanno tutto fin dal primo giorno e che pensano che la soluzione alla guerra scatenata dall'aggressione criminale di Putin sia solo la guerra?", si chiede Domenico Quirico in un editoriale su La Stampa. Bergoglio infatti ha detto che non si può "ridurre la complessità alla distinzione tra buoni e cattivi senza ragionare su radici e interessi che sono molto complessi" ma per questo, prosegue il giornalista, "non lo attaccheranno frontalmente. Forse faranno come quando Francesco fece riferimento 'all'abbaiare della Nato alle porte della Russia...' e lo striminzirono nel silenzio".

 


Il Papa pone a tutti noi una domanda, "se questo male sono gli atti degli uomini o il non fare degli uomini di chi sono le colpe, tutte le colpe? Pronuncia parole di una tale immensità che, a ripensarle una ad una, paiono osatissime", osserva Quirico. "Frusta la Russia e la sua guerra 'imperiale e crudele'" ma poi "impavido sfida anche la nostra verità di Occidente, il nostro sentirci sempre automaticamente dalla parte della ragione. Un errore che ci è costato guerre perdute, vittime tradite e abbandonate al loro destino, isolamento dall'Iraq all'Afghanistan", sottolinea.

 

 

Perché Bergoglio di fronte all'invasione dell'Ucraina "non ci chiede certo di restare vuoti e inerti. Ma aggiunge: ci può bastare? Non rischiamo di 'vedere solo una parte e non l'intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra che in qualche modo è stata provocata o non impedita'? Non è una domanda teologica o apocalittica, è una domanda politica. E forse è proprio questo lo scandalo", sostiene Quirico. Le "scandalose parole del Papa sono una riflessione sulla natura della guerra". Che "si può fare per odio, per desiderio di preda, per rovesciare un avversario che diventa pericoloso, per pazzia e sadismo, per amore del potere, per mestiere". "perché sei stato aggredito e non hai altra possibilità o per un progetto di unificazione e di gloria o per il desiderio di vendicare una ingiustizia". Ma attenzione, perché "tutte queste ragioni", "si confondono e talora si corrompono reciprocamente" e il Papa ci ricorda che "la guerra giusta non esiste". 

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