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Marmolada, Mario Tozzi: "Il clima come un orso in letargo", prospettive drammatiche

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La tragedia sulla Marmolada poteva essere evitata. Sì, perché "se nemmeno nelle più cupe previsioni si poteva immaginare" quanto accaduto domenica, allo stesso tempo il crollo "non è stata certo un fulmine a ciel sereno". A spiegarlo è niente di meno di Mario Tozzi. Il geologo e divulgatore scientifico sulle colonne de La Stampa dà una sua spiegazione della valanga che ha travolto decine di persone: "Stiamo passando dal regno dei silenzi immacolati o verdeggianti al frastuono funesto delle frane, soprattutto causate dalla fusione dei ghiacci, che non sostentano più le pareti delle montagne e ne facilitano i crolli".

 

 

Secondo l'esperto a essere più esposti sono i versanti rivolti a Sud, ossia quelli più sensibili alle variazioni di temperatura. In particolare, a mettere in serio pericolo la vita degli escursionisti è "il passaggio su quelle rocce da condizioni sotto lo zero a condizioni sopra lo zero termico". Un passaggio che "risulta determinante per micidiali distacchi". Eppure le previsioni dimostrano che gli scienziati avevano ragione. "Il fatto - prosegue - è che il clima assomiglia a un orso in letargo infastidito dagli esperimenti dei Sapiens: sulle prime risponderà alle sollecitazioni infastidito, ma ancora pesantemente addormentato, e si girerà magari sull’altro lato continuando a dormire. Il problema? Nessuno di noi può sapere il momento esatto in cui si risveglierà.

 

 

Da qui l'avvertimento all'intera umanità, che "ha messo in piedi un gigantesco esperimento sul clima senza pensare che non abbiamo un pianeta B". Per di più, come ricordato da Tozzi, non abbiamo altre alternative e mai saremo "immuni" rispetto al clima. L'unica soluzione? Portare rispetto per la Terra e per i suoi viventi, con "minore prostrazione rispetto al demone del profitto, perché il giorno della fine del benessere, il portafoglio pieno non servirà a granché". 

 

 

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