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Nicola Porro, "quando mi cacciarono dalla Rai...": un impensabile retroscena

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Nicola Porro a ruota libera. Il conduttore di Quarta Repubblica, programma in onda il lunedì sera su Rete 4, non nega le difficoltà di andare in onda con una concorrenza a dir poco spietata. E tutto nonostante i successi del suo programma. Non manca però chi nota una certa differenza di modi di fare tra il Porro sul web e quello in tv. "La Zuppa di Porro è nata sette anni fa.  È un appuntamento che rinnovo tutte le mattine. Per me è una valvola di sfogo, un transfert psicanalitico, un’operazione catartica. Butto fuori tutta la mia passione, che non definirei rabbia". Molti ironizzano sulla "doppia personalità", ma lui a TvBlog replica: "C’è davvero una parte di me che cerca di ascoltare le idee di tutti e un’altra che parla con la sua comunità. Nel secondo caso mi esprimo come si farebbe in famiglia. Chiunque mi conosca bene riconosce che a Quarta Repubblica c’è sì un taglio istituzionale, ma allo stesso tempo personale". 

 

 

Tanti gli ospiti che ogni settimana il giornalista porta in studio. Tutti tranne Enrico Letta. "L'ho invitato più volte e non è mai venuto - conferma per poi precisare -, ma penso per impegni già presi in precedenza. Non credo ci fossero motivi particolari". Quella di Porro è una lunga carriera. Difficile dimenticare la sua presenza in Rai, ad esempio ad Annozero. Qui - ricorda - si parlava spesso di Silvio Berlusconi: "Non c’è più un personaggio divisivo come Berlusconi. Santoro metteva in scena settimanalmente il dramma. Una situazione che non si è mai più ripetuta con altri politici". 

 

 

Infine l'addio a Viale Mazzini: "Quando mi cacciarono dalla Rai e da La7 fu meno grave per me che per qualcun altro. Io non ho mai vinto un premio giornalistico, spero di morire senza averne mai ricevuto uno, è una cosa che aborro. Tutto questo fa sì che io sia esterno a questo mondo". 

 

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