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Jovanotti linciato dagli "eco-nazisti", un caso clamoroso: in spiaggia...

Leonardo Iannacci
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Più che una Jovanotteide, questa tournée che voleva essere singolare, e fantasiosa si sta trasformando in una corsa ad ostacoli colorati. Lorenzo Cherubini, difatti, non certo pensa di dover vivere quest'esperienza come una sorta di forca caudina. Aveva immaginato, forte del suo contagioso entusiasmo, che il Jova Beach Party 2022 fosse un'esplosione di gioia e creatività, un modo originale di fare e vivere la musica in spiaggia. Avendo vissuto in prima persona l'evento, possiamo tranquillamente testimoniare che, sin dal primo felice, debuttando a Lignano Sabbiadoro, è effettivamente un'esperienza esaltante. Una festa per le decine di migliaia di persone a digiuno di concerti per due anni, causa. Però ogni giorno ne sta saltando fuori una. Antipatiche beghe non da addebitare all'incolpevole Jova, ma che stanno disturbando l'atmosfera di queste feste di musica e gente.

PALLA AL BALZO - Andiamo con ordine. Mercoledì scorso aveva fatto rumore il blitz degli ispettori del lavoro durante i dati marchigiana di Lido di Fermo: quattro ditte contattate dall'organizzazione erano state sospese perché dovevano lavorare 17 addetti al facchinaggio senza regolari permessi e contratti. Una situazione nella quale Jovanotti non c'entra nulla e che ieri è stata appianata: le sospensioni sono state revocate e la situazione è tornata rapidamente alla normalità. «Si trattava d'inadempienze formali subito chiarite» ha spiegato Massimo Salvadori, ad di Trident, l'agenzia che produce i concerti. Lorenzo, in un videomessaggio accalorato, ha dunque chiarito la cosa («Niente lavoro in nero ai miei show, figuriamoci»), ma ha poi preso la palla al balzo togliendosi sassolini dalla scarpa e scagliandosi contro quelle pseudo associazioni ecologiche che, da settimane, componenti il ​​progetto del Beach Party un'operazione di green wash, orrenda inglese che significa "ecologismo di facciata". Lorenzo ha così fuoco aperto il: «Jova Beach Party non è un progetto green wash, parola che mi fa cagare, così come mi fa schifo chi la pronuncia perché è una parola finta: è un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli. È un lavoro fatto bene, che tiene conto dell'ambiente e se pensa il contrario venite a verificare, non sparate fuffa». Poi il secondo progetto: «Il mio pubblico è fantastico, è gente con una coscienza alta rispetto all'ambiente. Voi, eco-nazisti che non siete altro, continuate pure ad attirare l'attenzione utilizzando la nostra forza. Sono fatti vostri!".

I FANATICI DELL'AMBIENTE - Dunque, Lorenzo ha scoperto che i fanatici dell'ambiente sono capaci anche di negare l'evidenza pur di osare visibilità alle loro tesi al limite del ridicolo. E adesso attacchi del genere e accuse di green wash arrivano anche a un artista che da sempre ha a cuore le domande legate all'ecologia e all'ambiente. Senza contare che questo tour è stato studiato in concerto con Wwf, e dunque l'attenzione per i problemi ambientali è assoluto, a cominciare dal divieto di utilizzare bottiglie di plastica, dall'obbligo della raccolta differenziata dei rifiuti o dal riciclaggio di alimenti non consumati.  Tutto inutile: gli attacchi nei confronti del Beach Party sono venuti proprio da queste associazioni pseudo-ecologiste. Come a dire: dai nemici mi guardo io e dai (presunti) amici mi guardi Iddio. Qualche esempio che ha fatto venire il mal di pancia a Lorenzo? Prima della data di Marina di Ravenna era comparso questo striscione: «65 metri di tamerici abbattuti per il concerto di Jovanotti in un periodo vietato per la nidificazione». La Lipu ha storto il naso per i danni che ha sopportato l'uccello fratino (sic) durante i concerti. Anche Italia Nostra, poi, ha messo nel mirino Lorenzo: «I tuoi show rovinano spiagge, habitat ed ecosistemi». Un corto circuito che quindi ha colpito l'artista più ambientalista che ci sia in Italia. Ideali che però gli si sono beffardamente ritorti contro. Così ieri il buon Jova, dopo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, è sbottato. Alla buona ora. 

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