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Giorgia Meloni, Michela Murgia: "La vera domanda da farsi", un altro caso

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Dopo Natalia Aspesi, non poteva mancare la voce di Michela Murgia al coro di donne di sinistra contro Giorgia Meloni. Il tema è noto: quanto è pericolosa la leader di Fratelli d'Italia? O meglio: è più pericolosa per l'Italia o per le italiane? Il tedio post-ferragostano genera mostri e la scrittrice sarda, sempre in prima fila nelle sue (a volte balzane) battaglie politiche e linguistiche contro la destra cattiva e gli uomini padri-padroni mette subito le cose in chiaro: "Se esistano o meno femministe di destra è una domanda che non porta da nessuna parte. Il giorno in cui mi metterò a dare patenti di femminismo alle altre donne deve ancora sorgere", spiega su Instagram. Il sospiro di sollievo è relativo.

 

 


"So però per certo che esiste un modo femminista di esercitare la propria forza e uno che femminista non lo è per niente. Ogni volta che incontro una donna potente, quello che mi chiedo è: che modello di potere sta esercitando? Se usa la sua libertà per ridurre o lasciare minima quella altrui, questo non è femminista. Che sia di destra o di sinistra, se chiama meritocrazia il sistema che salvaguarda il suo privilegio di partenza e nega i diritti di altre persone, questo non è molto femminista. Che sia di destra o di sinistra, se il suo modello di organizzazione dei rapporti è la scala e non la rete, nemmeno questo è particolarmente femminista".

 

 



"Che sia di destra o di sinistra, se la sua visione della fragilità altrui è paternalista e l’unica soluzione che le viene in mente è una protezione che crea dipendenza, questo è il contrario del femminismo. Che sia di destra o di sinistra, se per lei le funzioni patriarcali sono più importanti delle persone che le svolgono, questo senz’altro non è femminista. È quindi inutile chiedersi se Giorgia Meloni sia femminista o non lo sia solo perché è a capo di un partito. Fatevi domande sul suo modo di esercitare il potere e vedrete che il dubbio neanche vi viene". La risposta, insomma, lei la conosce già. E per mettere le mani avanti di fronte a possibili appunti, conclude: "Sì, conosco anche donne di sinistra che usano il potere così, ma nessuna corre il rischio di diventare presidente del consiglio". Forse solo perché, stando ai sondaggi, non ne hanno la possibilità.

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