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Don Giulio Mignani fatto fuori da Papa Francesco: scandalo in Vaticano

Caterina Maniaci
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È a favore dell'aborto, delle coppie omosessuali con figli e pure dell'eutanasia. Lo ha mostrato nel corso degli anni, non limitandosi all'ambito della parrocchia a Bonassola, in Liguria, paese-gioiello frequentato da frotte di turisti. E don Giulio Mignani, in un certo senso, è diventato una delle "attrazioni" del luogo. Le sue posizioni le ha ribadite in televisione, rilasciando interviste ai giornali, partecipando a dibattiti pubblici. Non lo ha sfiorato il dubbio che queste posizioni siano in netta opposizione agli insegnamenti della Chiesa. Ora la Curia è intervenuta e il vescovo di La Spezia ha sospeso "a divinis" il parroco di Bonassola per aver «suscitato sempre più grave scandalo tra i fedeli».

Don Giulio «nel corso degli anni - si legge nella notifica del decreto penale emanato - più volte ha rilasciato esternazioni pubbliche, apparse anche su vari quotidiani e interviste televisive, nelle quali ha ripetutamente sostenuto posizioni non conformi all'insegnamento della Chiesa». Nonostante il precetto penale con il quale era stato richiamato, don Giulio ha proseguito intervenendo su temi "caldi" come matrimoni e adozioni per coppie omosessuali, eutanasia e aborto. Alcuni suoi fedeli gridano allo scandalo e se la prendono con in vertici ecclesiastici. Puntano il dito contro il vescovo, promettono barricate a favore del sacerdote «ricco di umanità» e moderno, al passo con i tempi, con la società fluida, per i quali anche la Chiesa, per essere al passo, dovrebbe gettarsi alle spalle atteggiamenti "repressivi" come quelli che ravvisano nella difesa ad oltranza della vita, dal concepimento fino all'ultimo respiro. Don Giulio, a sua volta, ha rivendicato il diritto dei cattolici a essere a «favore di una legge in materia».

 

 


PROCESSIONE BLOCCATA
Come detto, nonostante i vari richiami il parroco ha proseguito per la sua strada. Che hanno pensato di fare i suoi sostenitori per mostrare tutta la loro solidarietà e la loro opposizione alla decisione del vescovo? Hanno bloccato la cerimonia con cui termina la processione della Madonna del Rosario, impedendo che la statua, uscita dalla chiesa, tornasse nella sua nicchia. Sedicenti fedeli che, evidentemente, vedono nell'adeguamento degli insegnamenti dottrinali alle nuove sensibilità etico-sociali l'unica possibilità della Chiesa per essere realmente vicini alla gente, in particolare ai cosiddetti "cattolici adulti" e ai progressisti. I quali, volentieri, guardano spesso a papa Francesco come una guida lungo quest' impervia strada. Invece l'episodio, una volta di più, conferma il fatto che in materia di dottrina il Pontefice non cambia direzione. Tanto è evidente che, in campo sociale, Francesco non cessi di richiamare la politica a colmare le diseguaglianze, esprimendosi sempre a favore delle masse dei diseredati sfruttate per assicurare ricchezze a pochi privilegiati, quanto il Pontefice è chiaro e netto in materia di dottrina. D'altro canto, decisioni così importanti e gravi nei confronti di sacerdoti prese dai vescovi come per l'appunto la sospensione "a divinis" sono certo atti decisi dalle Curie, ma la Santa Sede ne è al corrente e fornisce parere autorevole.

 

 


ABORTO OMICIDA
Uno degli ultimi interventi pubblici, durante l'udienza generale del 27 settembre scorso, ha avuto al centro proprio questo grido del Papa: «C'è lo scarto dei bambini che non vogliamo ricevere, con quella legge dell'aborto che li manda al mittente e li uccide direttamente. E oggiquesto è diventato un modo normale, una abitudine bruttissima che è proprio un omicidio». E ha riproposto tre domande essenziali: «È giusto fare fuori una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema?». 

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