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Bruno Vespa, "mai visto nulla di simile": il retroscena dall'aula

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"Non ho mai visto nulla di simile". Lo sfogo è di Bruno Vespa, piombato in Parlamento per raccogliere umori e indiscrezioni sulla prima, pazza giornata di voto di questa nuova legislatura. A raccogliere le parole del conduttore di Porta a porta è Fabrizio Roncone, nel suo colorato retroscena sul Corriere della Sera. Il centrodestra ha sbandato seriamente, con la spaccatura conclamata su Ignazio La Russa: l'esponente di Fratelli d'Italia è stato eletto con i voti del suo partito e della Lega, ma senza quelli di Forza Italia che si è astenuta a eccezione di Silvio Berlusconi. Che però ha rivendicato la posizione azzurra motivandola come un "segnale" a Giorgia Meloni contro i veti posti sul ministero da assegnare a Licia Ronzulli.

 

 


Il clima, nel Transatlantico e in aula a Montecitorio dove si è votato, è incandescente. Il meloniano Giovanbattista Fazzolari, "l'uomo dei dossier riservati di Fratelli d'Italia", è diventato secondo Roncone "il magnifico, bramato, già adorato gestore del potere che verrà". La Ronzulli al contrario viene descritta come "tesissima, magrissima, elegantissima". Andrea Delmastro, anche lui di FdI, rivela: "Questi di FI possono anche decidere di non votare per Ignazio, però devono sapere che non sono gli unici centristi in Parlamento". Chiede anonimato, Roncone lo raggira simpaticamente. C'è poi Matteo Renzi, secondo molti l'uomo che ha salvato La Russa (e Meloni) con i voti del Terzo polo. Lui smentisce e rilancia: "Se questo governo dovesse partire male, zoppicando, cosa che ovviamente io auspico, e andare avanti così, un po' malconcio io ho motivo di credere che, non so, magari tra sei mesi, qualcuno di Forza Italia, vedendo il partito indebolirsi dentro una coalizione debole, possa venire a bussare proprio da noi". E in ogni caso, "se avessi fatto una roba del genere, la rivendicherei con orgoglio, no?".

 

 

 

E gira una voce sui 17 franchi tiratori al contrario: "Per La Russa avranno votato anche Cateno De Luca, le autonomie, magari qualche senatore a vita e un paio di grillini". Uno di loro, Stefano Patuanelli, ha già annunciato querele a raffica per chiunque lo tiri in ballo come "traditore". La legislatura comincia già con i fuochi d'artificio.

 

 

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