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Ignazio La Russa e il sesso, la paginata-vergogna sul Fatto

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Al Fatto quotidiano la macchina del fango contro Ignazio La Russa si è subito messa in moto e il direttore Marco Travaglio ha deciso di fare le cose in grande, ricorrendo addirittura allo sterminato archivio di Claudio Sabelli Fioretti. Il biografo per eccellenza dei politici italiani traccia un ritratto "a luci rosse" del neo-presidente del Senato ed esponente di Fratelli d'Italia. Non solo (post)fascista, ma pure erotomane e soprattutto "eterosessuale". 

 

 

 


Il materiale piccante risale al 16 ottobre del 2002, quando Sabelli Fioretti intervistò La Russa per il settimanale Amica, andando alla scoperta del suo lato più privato. "Gli chiesi se aveva mai avuto rapporti omosessuali. Posso fare questa domanda a un ex fascista?", ricorda il giornalista. Risposta di Ignazio: "Puoi. Ma la mia risposta è no". "E se ti scoprissi improvvisamente gay che cosa faresti? "La prenderei male. Non vorrei perdere i piaceri dell'eterosessualità". Ovviamente, al Fatto, basta questo per far intendere che, sotto sotto, il meloniano forse è pure un po' omofobo. 

 

 

 

 

E dire che quell'intervista era molto ironica e piuttosto confidenziale, come quando l'allora colonnello di Alleanza nazionale rivelò i dettagli della sua prima volta, a 17 anni: "Eravamo innamorati. Lei era vergine. Non le dissi che ero vergine anche io. Ero assolutamente imbranato. E anche un po' impaurito. Lei era più imbranata di me. Fu una cosa dolcissima". E ancora. La Russo ha avuto anche donne comuniste: "Tantissime. Mai avuto preclusioni politiche. Vallo a dire a quella ragazza che si accorse che ero di destra solo sul più bello. Avevo 20 anni, lei si chiamava Nema e sul più bello mi disse: 'Non posso: mio padre è partigiano'". Gran finale con la "vergogna!", la domanda delle domande: tradire è più grave per una donna? "Se ragiono dico di sì. Ma non ragiono e dico di no. Il tradimento della donna è più grave". 

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