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Giambruno? Frasi irriferibili al compagno della Meloni: clamoroso al Colle

Salvatore Dama
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Appuntamento alle ore 10. Ma c'è chi ha l'ansia di presentarsi in ritardo al rendez vous con la storia e arriva in largo anticipo. Il primo a varcare la soglia del Quirinale è Gennaro Sangiuliano. Alle 8.30 il direttore del Tg2 sale al Colle, pronto a giurare come nuovo ministro dei Beni Culturali. Alla spicciolata giungono tutti gli altri. Macchina parcheggiata nel piazzale antistante e passeggiata a piedi, davanti alle telecamere, fino all'ingresso. No, stavolta non ci sono "fenomeni". Nessuna bicicletta, monopattino. I tempi in cui si doveva marcare il distacco dalla "casta" sono finiti. Pure perché, tempo una settimana, e tutti per praticità o per obbligo iniziavano a usare l'auto blu con il lampeggiante. Almeno, per una volta, ci siamo evitati la sceneggiata.

 

Mezz' oretta d'attesa e comincia il rituale. Va per prima Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio cita a memoria la formula e aggiunge una frase: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni...» e completa il paragrafo aggiungendo «il mio mandato». Nulla di grave. Vale lo stesso. Poi, uno per volta, i ministri vengono chiamati alla scrivania dove pronunciano il giuramento sotto gli occhi del premier e del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il comparto più interessante, in realtà, era quello degli accompagnatori. Due seggiole per ministro. Un parterre incastonato tra la tribuna dei giornalisti e le due file dei governanti. A un certo punto il cerimoniale di Mattarella è andato in tilt per il doppio ruolo di Arianna Meloni. Come sorella di Giorgia le toccava la prima fila. Come moglie del ministro Lollobrigida l'ultima. Attimi di panico, poi è stata fatta accomodare accanto ad Andrea Giambruno (compagno di) e alla piccola Ginevra. Il cronista annota una serie di apprezzamenti arrivati dalla tribuna stampa e indirizzati al first gentleman: «Fusto» e «fisicato» sono gli unici riferibili in questa sede.

 

In prima fila ci sono anche Francesca Verdini e i figli di Matteo Salvini Mirta e Federico. Il Capitano a più riprese destina sguardi languidi alla fidanzata. Accanto a lei la signora Tajani. Terza fila con lignaggio nobiliare: qui si siede il principe Dimitri Kunz d'Asburgo Lorena, compagno della Santanchè, e il di lei figlio Lorenzo. Segue brindisi con il Capo dello Stato, sono ammessi solo governo e accompagnatori. I giornalisti vengono fatti defluire all'esterno, dove alcuni ministri decidono di concedersi per una battuta. Il meno timido è Carlo Nordio. «La riforma della ministra Cartabia andava nella direzione giusta», esordisce il Guardasigilli, che promette la separazione delle carriere («È nel nostro programma») e la «piena attuazione del codice Vassalli, firmato da una medaglia d'argento della Resistenza». Tajani evita i microfoni e si tuffa nell'abbraccio dei suoi fedelissimi, i parlamentari Mauro D'Attis, Raffaele Nevi e Francesco Battistoni, che lo attendono vicino l'auto blu. 

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