Cerca
Logo
Cerca
+

Antonella Viola, "allora la signora Salvini": lo sfregio"

  • a
  • a
  • a


"Vuol dire che mi permetterò di chiamare Matteo Salvini la signora vicepresidente del Consiglio". Il sorrisino di Antonella Viola, in collegamento con Otto e mezzo su La7, è quello di chi la sa lunga. La battutina dell'immunologa diventata, da diverso tempo, tuttologa televisiva con non più così rare puntate nella politica, strappa una risata sguaiata in studio, con Antonio Padellaro del Fatto quotidiano che si complimenta e Mariolina Sattanino che annuisce convinta, "Perché no?". E anche Lilli Gruber, con una smorfia tra il soddisfatto e il fintamente imbarazzato, la prende bene: "A proposito di gender fluid...".

 

 

 

Come prevedibile la discussione pelosa e capziosa su "il presidente" o "la presidente" innescata dalla sinistra "boldriniana" trova terreno più che fertile nei talk, con una sponda imprevista da Palazzo Chigi che con un documento ufficiale invitava tutti a rivolgersi a Giorgia Meloni come "Il signor presidente del Consiglio". "Si sono subito scatenati i social e i commenti sarcastici e in serata sono stati costretti a correggere e hanno parlato di errore: così Signor è stato tolto - ha ricostruito la vicenda la Gruber -. Poco fa la Meloni ha detto chiamatemi pure Giorgia mi occupo di bollette tasse e lavoro. Non voleva una discussione sulle desinenze, ma ci costringe lei a fare una discussione che verte su che cosa?".


"Allora lo chiamerò Signora Salvini": guarda il video di Antonella Viola a Otto e mezzo
 

Alessandro Sallusti, direttore di Libero, ironizza con la Gruber: "La Meloni lo fa per due motivi: perché ha le p***e e per far arrabbiare te". La Viola, invece, è molto seria: "La questione riguarda la femminilizzazione del potere. Anche le donne possono avere un ruolo importante nella società. Non vedo perché non posso dire la presidente, a me sembra italiano. Non credo che Meloni chiami la colf il colf". E quando Padellaro difende il dibattito allargando le braccia ("Ne parla tutta Italia"), la professoressa si concede il motto di spirito che tanto piace ai progressisti di casa nostra.

 

 

 

Dai blog