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Ucraina, Giorgi rivela: "Cosa vuole fare la Polonia", cambia l'ordine mondiale

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Maurizio Stefanini
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Prawo i Sprawiedliwo ,"Diritto e Giustizia" (Pis), è il partito da cui vengono il presidente polacco Andrzej Duda e il primo ministro Mateusz Morawiecki, e che è il principale partner di Giorgia Meloni in quel gruppo al Parlamento Europeo dei Conservatori e Riformisti Europei. Con Giorgia Meloni presidente, su 56 seggi 24 ne ha il Pis e 8 Fratelli d'Italia: gli unici due partiti del gruppo a guidare un esecutivo. Quali potranno essere gli sviluppi di questo nuovo asse? Ne parliamo con Sebastiano Giorgi: un giornalista veneziano che sta in Polonia da una decina di anni e che vi dirige Gazzetta Italia, unica testata esistente scritta contemporaneamente in polacco e in italiano.


«Al di là delle appartenenze tecniche e partitiche dei gruppi europei, ci sono dei valori di fondo. La Polonia è da sempre sostenitrice di una Europa unita, ma una Europa dei popoli, che si sostengano nella loro individualità e nella loro differenza. Il Pis vede Fratelli d'Italia come un partito che condivide questo tipo di visione. Allo stesso tempo, per la Polonia è importante l'aspetto religioso. Non sono per una equivalenza delle religioni ma vogliono mantenere il loro imprinting cattolico. Per questo ritengono che la Meloni, più di altri partiti della sinistra, sia una garanzia e un alleato. Ovviamente poi il Pis non è tutta la Polonia, che è un Paese per molti versi spaccato. Metà e metà. Ma l'attuale governo ha molto a cuore i temi che riguardano la famiglia e la natalità dei polacchi, e anche in questo tema lo riavvicina alla Meloni. D'altra parte, i polacchi sono divisi su molte cose salvo una: l'avversione alla Russia. Su quello sono assolutamente unanimi».

C'è più soddisfazione per la Meloni o preoccupazione per Salvini o Berlusconi?
«Salvini è un vero politico che fiuta il vento. È chiaro che in questa situazione non dirà e non farà niente a favore di Putin perché ha capito benissimo qual è la situazione. Bisogna capire: quando è scoppiata la guerra, parecchi miei amici anche laureati mi chiedevano: ma secondo te i carri armati russi arriveranno a Varsavia? Cosa per noi impensabile, ma qui c'è una paura atavica. Il grande supporto che la Polonia ha dato ai rifugiati ucraini è una istintiva forma di appoggio data all'Ucraina "prima che arrivi a noi"».

Si può ancora parlare, a questo punto, dello schema di Visegrád?
«La posizione dell'Ungheria di Orbán lo ha molto raffreddato. Stanno facendo molto meno. Prima si ritrovavano continuamente e avevano una posizione comune su tante cose».


La Polonia sconta una problematica verso la Russia che è secolare.
«È stata Caterina di Russia a portare avanti la spartizione finale della Polonia nel 1795. La Russia ha sempre visto la Polonia come uno Stato da controllare. Come in passato i tedeschi, ma ormai dopo la Seconda Guerra Mondiale quel problema è finito. La Russia in fondo continua a ritiene che la Polonia sia uno Stato che deve essere nella sfera russa. La Polonia è lo Stato che sicuramente nel mondo è più contro la Russia. Erano gli unici che dicevano che i russi avrebbero attaccato l'Ucraina; erano gli unici a essere contro il Nord Stream. Nel nord della Polonia c'è la Laguna della Vistola, da cui i polacchi potevano accedere al mare solo chiedendo il permesso ai russi di Kalinigrad. Per evitarlo hanno tagliato una penisola, e l'inaugurazione del passaggio la hanno fatta apposta il 17 settembre. Anniversario di quel Patto Molotov-Ribbentrop con cui Hitler e Stalin avevano deciso di spartirsi la Polonia».


Il nazionalismo ucraino, però, ha aspetti anche anti-polacchi, oltre che anti-russi.
«Vero, ma i polacchi hanno capito che l'Ucraina in questo momento li difende dalla Russia, e poi sanno che nel momento in cui finisce la guerra avranno un ruolo molto importante nella ricostruzione. L'80% di quello che andrà in Ucraina passerà per la Polonia. La Polonia è il Paese più forte dell'area, con 40 milioni di abitanti, una crescita economica spaventosa, 22 miliardi di euro di interscambio con l'Italia, una presenza militare nella Nato molto forte. Al fianco di una Ucraina che pure militarmente si sta dimostrando fortissima, si percepisce come una futura superpotenza».

Insomma, rinasce quella Confederazione Polacco-Lituana che con l'Ucraina dentro fu una superpotenza europea nel '600.
«La Polonia vuole svolgere un ruolo importante in questa area. Certo, senza ambizioni territoriali. Sarebbe una follia dire: ci riprendiamo Leopoli».

Putin ci ha provato a proporre una spartizione dell'Ucraina a Polonia, Ungheria e Romania, nel discorso con cui ha iniziato la guerra.
«Un amo a cui ovviamente i polacchi non hanno abboccato».

Timeo rusos et dona ferentes?
«Io pure quando sono venuto qua ci ho messo del tempo a capire quanto sia radicata nel dna polacco l'avversione ai russi, ma alla fine lo capisci. I russi in Polonia hanno agito con una cattiveria incredibile. Il nazismo è stato terribile ma è durato quello che è durato, il comunismo è durato molto più a lungo ed era un clima di terrore col vicino che spiava l'altro vicino, con polizie segrete, con un Paese lasciato in ginocchio nelle infrastrutture perché se mai si fosse liberato dalla Russia non sarebbe stato un Paese pronto a partire economicamente. Ci sono state una serie di scelte sadiche che i polacchi non si scordano, a partire del fatto che l'esercito tedesco in rotta da Stalingrado si è però fermato a Varsavia dei mesi per distruggerla casa per casa, e i russi dall'altra parte del fiume si sono fermati a lasciarli fare senza muovere un dito».

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