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George Soros, "se paga lui...": perché il Pd resta muto

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George Soros

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Impegnata nell'infruttuosa ricerca dei finanziamenti di Putin al centrodestra nostrano, la sinistra è incappata nei soldi allungati da un miliardario ungherese senza scrupoli che, per diventare ancora più ricco, ha quasi fatto fallire l'Italia. È stato il leader di Azione, Carlo Calenda, a puntare il dito sui suoi mancati alleati di +Europa, accusandoli di aver preso un milione e mezzo di euro dallo speculatore George Soros per allearsi con la sinistra nella speranza di battere la Meloni e il centrodestra. I beneficiari hanno smentito che la finalità dello stanziamento fosse la creazione di un fronte anti-destra, ma hanno confermato di aver ricevuto il malloppo, con tanto di manifesto di ringraziamento - che Libero oggi esibisce in prima pagina - allo squalo magiaro. Per chi non lo ricordasse, trent'anni fa Soros aggredì il nostro Paese vendendo allo scoperto lire per un equivalente di dieci miliardi di dollari, provocando una svalutazione della moneta italiana del 30% in pochi giorni e mettendosi in tasca un miliardo e cento milioni di dollari. Il finanziere giudicò la sua mossa assassina «una legittima operazione finanziaria», ma di fatto essa segnò per noi l'inizio di una crisi dalla quale non ci siamo mai più ripresi e il preludio al crollo del nostro sistema politico.

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Per questo è raggelante che un partito del nostro Parlamento non solo prenda i denari malfatti dello squalo ungherese, ma pure lo omaggi pubblicamente. Bonino e soci si chiameranno +Europa, ma un minimo di amor patrio e orgoglio nazionale dovrebbero almeno fingere di mantenerlo, rappresentando i cittadini italiani. E vale la pena ricordare che, se fosse per gli elettori, i finanziati dal magiaro senza scrupoli non siederebbero alla Camera, perché sono stati votati da quattro gatti e non hanno superato la soglia di sbarramento proporzionale. Se quindi sono riusciti a infilare una sparuta rappresentanza a Montecitorio e a Palazzo Madama è solo perché il Pd di Enrico Letta, che ora fa il pesce in barile e non ha proferito verbo sulla vicenda, ha concesso loro un pugno di collegi uninominali sicuri per la sinistra. Questa storia è uno scandalo nazionale, ma l'aspetto più fastidioso non sono né l'esibito orgoglio offensivo verso la nazione con cui +Europa si vanta del finanziamento né l'imbarazzato silenzio con il quale i dem fanno pippa, sperando che passi in fretta la buriana, anziché chiedere conto di tutto ai loro alleati.

La cosa più avvilente è che quanti da anni, nei salotti televisivi, sui giornali, nei comizi di piazza, lamentano ingerenze straniere sulla politica italiana, denunciando finanziamenti da Mosca al centrodestra dei quali non c'è traccia mettano la sordina sui soldi dati da Soros alla nostra sinistra, denaro che gronda sangue italiano, migliaia di miliardi di lire di risparmi andati in fumo, milioni di persone risvegliatisi povere dalla notte al giorno, aziende fallite, posti di lavori persi. Le ingerenze e le pressioni che dovrebbero preoccupare i nostri politici con le cravatte e i pedalini rossi e i nostri inchiestisti d'assalto non sono quelle di Putin, che è così malmesso da non riuscire neppure a riprendersi il Donbass ma quelle di Soros, al quale già una volta è bastato un click sul mouse del computer per mandarci gambe all'aria. Come dimostra l'andamento della guerra in Ucraina, il pericolo più grande per la democrazia oggi non arriva dalle armate di forze straniere o da una nazione che è la più vasta al mondo ma ha un prodotto interno lordo inferiore a quello della Spagna. Il pericolo arriva dalla finanza, dalla speculazione, da Soros, che in una notte ci diede un pugno che ci tiene stesi da trent' anni o dalla Deutsche Bank, che vent' anni dopo, in un'altra fine d'estate, provocò con un'altra vendita assassina sui mercati la caduta dell'ultimo governo eletto dagli italiani prima di questo della Meloni.

SILENZIO
E però tutto questo non interessa alla dozzina di talkshow di approfondimento che da giorni insegue i duemila nostalgici del Carnevale che da sessant' anni a fine ottobre sfilano, autorizzati da governi di destra come di sinistra, intorno alla tomba del Duce a Predappio, o che sta processando i 400 medici no vax riammessi in ospedale dall'attuale governo un mese prima rispetto a quanto aveva previsto Draghi. Dove sono le denunce indignate di Gruber, Damilano, Formigli? E dove quelle dei loro ospiti, che rimpiangono le occupazioni illegali della scuola che facevano da giovani, come dimostrazione di libertà, senza mai essere colti dal dubbio che interrompevano il diritto allo studio dei loro compagni non di fede, garantito dalla Costituzione? La stampa democratica, diciamo dem per semplificare, tace, prona al dio denaro, il solo che conosce, e a chi lo possiede in abbondanza, fregandosene se l'ha tolto a noi. 

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