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Bruno Vespa, retroscena sulla manovra: "Mossa virtuosa. Sapevo che Meloni..."

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È corsa contro il tempo per il governo di Giorgia Meloni. L'esecutivo deve chiudere in fretta la Manovra per arrivare alla sua approvazione in Parlamento. Nulla di nuovo secondo Bruno Vespa che, intervenuto a Coffee Break nella puntata di martedì 20 dicembre su La7, smonta le critiche di sinistra: "Sulla Legge di Bilancio si è sempre fatta la corsa, una delle due camere ha sempre protestato per aver dovuto ratificare in fretta dopo che l’hanno fatto gli altri, anche con governi in carica da anni".

 

 

A maggior ragione nelle attuali condizioni: "Adesso - prosegue il conduttore nello studio di Andrea Pancani - con uno che compie due mesi tra pochi giorni si sta facendo tutto questo ambaradan… Francamente - aggiunge - era abbastanza scontato. Anzi direi che c’è stato qualche spiraglio di collaborazione con l’opposizione, siamo assolutamente nella norma mi pare".

 

 

E a chi contesta la retromarcia sul Pos (niente più possibilità per gli esercenti di rifiutare fino a 60 euro di pagamenti con la carta), Vespa replica: "È stata una bella retromarcia, secondo me virtuosa. Io sapevo che Giorgia Meloni voleva portare il limite ai 30 euro, l’Europa, per bocca di Paolo Gentiloni, le ha fatto notare che non ne valeva la pena, lei ha preso atto che effettivamente non ne valeva la pena e adesso il problema è di come lavorare sulle banche". Un vero e proprio elogio quello del giornalista, che parla di un presidente del Consiglio ragionevole, in grado di fare un passo indietro pur di non scontrarsi con l'Europa e di non mandare all'aria il Pnrr e i suoi fondi. 

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