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Pd, Mannheimer denuncia: "Mette la democrazia in pericolo"

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Voto online sì, ma ristretto. Il Partito democratico ha deliberato: per le primarie solo alcune categorie di persone potranno usufruire della novità. Una scelta arrivata dopo accesi botta e risposta che hanno letteralmente - e per l'ennesima volta - spaccato i dem. Ma il futuro è ancora peggio. A mettere in guardia i vertici del partito ci pensa Renato Mannheimer. Il sondaggista si dice infatti "molto preoccupato".

 

 

E non di certo per il Pd, perché il voto online - spiega all'Adnkronos - mette in pericolo "la democrazia italiana. Perché un Pd debole è un ostacolo al suo sviluppo e gli stessi candidati alla guida del partito hanno parlato molto spesso in termini generici politichesi senza entrare in programmi e proposte concrete auspicate dagli elettori". Per non parlare poi della fine dei dem. Il sociologo è certo che la questione "porterà a una ulteriore conflittualità interna sulle modalità di realizzazione, che danneggeranno il Partito democratico". Un problema già ammesso da Stefano Bonaccini. "Il vero limite - prosegue Mannheimer - è però discutere di voto ristretto invece che di programmi. A oggi il dibattito è stato generico: si è parlato di svolta e rinascita, ma senza contenuti". 

 

 

La scelta del voto online ristretto è arrivata in serata e ha visto Paola De Micheli, uno dei quattro candidati alla leadership, astenersi. "Non ho partecipato al voto in quanto ritengo l’applicazione così estesa del voto online per le primarie una forzatura nel metodo, considerato che mancano solo 40 giorni alle primarie, e nel merito, poiché l’eventuale trasformazione del Pd in un partito anche digitale ha bisogno di una discussione e di una decisione da parte degli iscritti al Partito democratico", sono state le accuse rivolte ai colleghi. Al momento, infatti, potrà votare online chi ha inabilità personali, gli anziani, chi ha difficoltà ad andare ai gazebo e chi sta all’estero. 

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