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Elly Schlein, "sciatta e non curata": il messaggio dietro al suo look

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Elly Schlein

Luca Beatrice
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Giacche colorate di due taglie in più con le spalle rinforzate recuperate dagli anni ‘80; t-shirt preferibilmente bianca, in alternativa camicia in denim o senza collo; jeans slim e parka se fa freddo con lo zainetto sulle spalle. Questi gli elementi base del look Elly Schlein, il neo segretario del Pd - un consiglio, eviti l’espressione segretaria che fa pensare a una che risponde alle mail o tiene l’agenda del capo - non usa un filo di trucco sul viso, fregandosene di arrossamenti o rughe, e sì che se lo può permettere a 37 anni di età anche se il make up aiuta persino Lea Seydoux. L’estetica del nuovo leader del maggior partito di opposizione mette a sistema i cardini diffusi tra i giovani dell’estrema sinistra, elevando al cubo sciatteria, noncuranza, indifferenza. Rinunciare all’abito formale cui dovrà prima o poi adattarsi visto che le occasioni non le mancheranno, non ha nulla di particolarmente eversivo se non la poca considerazione dell’interlocutore. Un look che si rifà ai tempi della new economy quando a Cupertino andavano a lavorare in tuta, riaggiornato al post Covid che ci ha visti mezzi pigiamati davanti agli schermi del pc.

NON SI SPRECA ACQUA
Il movimento delle Sardine, che Schlein tiene parecchio in considerazione, ha offerto altri spunti di preziosa natura estetica: superato il tempo delle barbette hipster e del cachemere riciclato, Elly e i suoi amici hanno reinventato l’habitus da manifestazione permanente, di stampo ecologista, che se una maglia proprio non è sporca meglio non lavarla per non sprecare acqua e non danneggiare il pianeta. I colori Schlein hanno l’opacità dei tessuti Oviesse, d’altra parte il guardaroba non può essere un problema per una persona abituata a viaggiare leggera e con poche cose. Incredibile le sia assente qualsiasi elemento di civetteria femminile, qui non si tratta di unisex che era in voga negli anni ’70 ma di un’assenza completa di qualsiasi segno distintivo che la possa ricondurre a un modello; Elly Schlein non appare in un alcun modo, ecco perché i giovani la sentono vicina, per quella vuotezza di senso che peraltro traspare dai vestiti come dalle parole. Che sono poche e sempre le stesse, non più di 250 vocaboli, gli essenziali per la politica whatsapp dei nostri anni ’20. D’accordo che il politichese non tira più, ma per una con il suo cv di frequentazioni (sugli studi mai risultata un’aquila) ci aspetteremmo un eloquio più forbito o almeno arrotondato, e invece Schlein è essenziale, rifugge barocchismi e bizantinismi che sarà forse un merito ma non ti fa sognare.

URGE DIZIONARIO
L’altra notte avrà avuto il beneficio della stanchezza e dell’emozione e dunque non le avrà usate completamente le 250 parole a disposizione. Nel ringraziare tutto il ringraziabile si è soffermata sui defunti, su chi non ce l’ha fatta ad arrivare fin qui, usando sei o sette volte il participio passato “spento”. Conviene che il suo stato maggiore le fornisca presto un dizionario dei sinonimi e contrari, giusto per arricchire l’eloquio e non dire sempre le stesse cose come in un mediocre libro di narrativa italiana al femminile. Coerente allo status di ecologista, questa sorella maggiore di Greta in salsa globalizzata (madre no, lo ha specificato manco fosse una minusvalenza, lei non è un utero viaggiante) si abbevera ai cartocciin alternativa alla borraccia- e mai alle bottigliette di plastica che rappresentano uno nei mali oscuri della società contemporanea. Con Schlein il Pd sarà il partito del fast fashion mescolato al vintage da mercatini. Già rimpiango gli eleganti completi di Walter Veltroni, ormai preistoria, le giacche tagliate corte di Matteo Renzi e persino il blu professorale e antico di Enrico Letta. Per quanto riguarda l’eleganza femminile, beh immagino la stupenda Nilde Iotti rivoltarsi nella tomba.

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