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Giletti, inquietante telefonata con Costanzo: "Aveva saputo cose delicate..."

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Massimo Giletti non si fa intimorire. Nonostante le minacce, la sua battaglia contro la mafia non finisce qui. Non a caso nella puntata di domenica 2 aprile di Non è l'Arena, il conduttore di La7 annuncia un vero e proprio "scoop" sul boss Matteo Messina Denaro. Una scelta azzardata, se si considerano le tante intimidazioni arrivategli e che l'hanno costretto a girare accompagnato dalla scorta. "Quando sono stato messo sotto scorta - ribadisce a L'attimo fuggente, il podcast di Luca Telese - ho detto che mi sono sentito solo, ma non perché non mi è arrivato un sms dai giornalisti di La7, che fanno tanti programmi importanti e dai quali mi aspettavo obiettivamente un messaggio, da Porro, Mario Giordano, Maurizio Costanzo… Costanzo fu il primo a chiamarmi quella mattina, si preoccupò molto".

 

 

Il marito di Maria De Filippi era dunque preoccupato. E dopo mesi di distanza Giletti rompe il silenzio: "Ci fu una telefonata un po’ complessa, perché era venuto a sapere delle cose anche lui. Addirittura chiamò una personalità importante delle forze dell'ordine. Era molto preoccupato. Mi disse che bisognava smettere di parlare, perché lui aveva pagato un dazio altissimo e mi diceva 'non puoi continuare, stai toccando temi pericolosi, pensaci, pensaci, la vita, non vale la pena'". Ma il conduttore ha preferito tirare dritto. A nulla servirono i suoi tentativi di dissuaderlo, dato che "aveva saputo cose delicate".

 

 

Oltre al suo impegno, Giletti è da tempo al centro di numerosi rumors. In particolare quelli sul suo futuro in tv. Diversi danno per certo un suo ritorno in Rai. Su questo il diretto interessato preferisce non sbilanciarsi, ma non si sottrae alle domande: "Non ho ancora deciso il mio futuro, questo lo posso dire. Dovrò decidere tra un mesetto. Adesso sono concentrato a fare un prodotto, a lavorare. Dopodiché io sto con un editore che in questi anni mi ha garantito la libertà; un editore che mi son trovato accanto quando è morto mio padre con le mani sulle spalle all'improvviso. Vicino". Diverso discorso per Viale Mazzini: "La Rai non ha mandato neanche un telegramma, neppure una telefonata, dopo trent'anni di lavoro. Sono cose di cui terrò conto nelle mie valutazioni definitive. Però la Rai è il luogo in cui son nato, ho un rapporto forte con la Rai, con quello che rappresenta quel cavallo, di fronte al quale cui ogni giorno passo. Ecco, per me è qualcosa di importante".

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