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De Benedetti, altra bomba di Paola Ferrari: "Ormai da molti anni..."

Fausto Carioti
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Per capire quanto sia triste il momento che sta vivendo Carlo De Benedetti, ieri bisognava leggere il quotidiano di sua proprietà, Domani. Che ha organizzato il festival di Modena sul cui palco, sabato pomeriggio, il finanziere era apparso accanto alla segretaria del Partito democratico. Affinità pressoché totale: oltre al passaporto svizzero, Elly Schlein ha in comune con lui l’ossessione ecocatastrofista e un programma di sinistra che ambedue definiscono «radicale». Il suo giornale, manco a dirlo, condivide la passione per lei, e nell’editoriale di ieri assicurava i lettori che «con questo Pd adesso abbiamo una vera opposizione» (il povero Enrico Letta sentitamente ringrazia). Da settimane De Benedetti ripete le stesse cose in ogni posto in cui appare, impegnato com’è a promuovere il proprio pamphlet, Radicalità. Sabato, però, l’89enne è andato oltre il consueto livore, e dinanzi ad una Schlein divertita e complice, paladina della dignità delle donne purché siano di sinistra, si è spinto a dire che la presidente del consiglio «dimostra demenza» nelle scelte che fa.

 

 

 


REGOLA DEL SI

Se un imprenditore con una storia e una notorietà come le sue arriva a definire «demente» la premier, facendo insorgere Fdi, primo partito in parlamento, sorvolare sulla cosa è difficile. Infatti le sue parole, oltre che da Libero, sono state riportate in modo corretto dal Corriere della Sera e dal Giornale. Ma sono eccezioni. La regola è stata quella d’ignorare i rancori dell’ottuagenario per concentrarsi su altre parti dello scambio d’amorosi sensi con la Schlein, e pazienza se erano tutte cose che lui e lei dicono da giorni. Tra le testate che hanno preferito glissare c’è anche Domani, che pure, per ovvi motivi autopromozionali, ha dedicato al palco di Modena pagine e pagine, inclusa la prima. Cronache minuziose di ogni battuta e sospiro, nelle quali, tuttavia, non c’è traccia dell’unica cosa interessante detta dal finanziere italo-svizzero: gli insulti rivolti alla Meloni. A leggere lì, pare che il proprietario del quotidiano si sia limitato a sostenere che il governo è «incompetente e ignorante», nonché «lontanissimo da una minima sensibilità ecologica». L’imbarazzo è comprensibile, ma il De Benedetti censurato dalla propria creatura, mossa a pietà nei confronti dell’editore incontinente, qualche motivo per riflettere su se stesso dovrebbe averlo.


Nella sua famiglia, per dire, la questione se la sono posta. La giornalista sportiva della Rai Paola Ferrari, sposata da ventisei anni con l’imprenditore Marco De Benedetti, ha sentito il dovere di intervenire sulla vicenda per esprimere solidarietà alla Meloni. «Voglio prendere totalmente le distanze da quello che è stato detto dall’ingegnere Carlo De Benedetti, che è il nonno dei miei figli», ha spiegato all’agenzia Adn, «perché sono parole estremamente gravi che mi hanno profondamente turbato, dette nei confronti del presidente del consiglio e di una donna».

 

 

 


Pur avendo con la famiglia d’origine del marito «un rapporto molto distante da parecchi anni», ha proseguito, «certe cose mi feriscono. Trovo molto grave usare certi termini, che offendono la persona, le istituzioni italiane, per la carica che Giorgia Meloni ricopre, e tutti gli italiani che l’hanno votata». La giornalista giudica le parole del suocero «disgustose, gravi, offensive e inopportune. Penso che il rispetto nei confronti dell’avversario politico sia determinante, quindi mi sento anche io offesa». Difende la premier pure la Lega, tramite il vicesegretario Andrea Crippa: «Assurdo che ci sia chi pensa che il confronto politico possa passare per insulti, offese o dare del “demente” al presidente del consiglio».

LA COMPLICITÀ DI ELLY
Quanto alla segretaria del Pd, il suo atteggiamento di complicità non è passato inosservato. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, «non sorprende affatto il silenzio imbarazzante di Elly Schlein, che tace sul vergognoso epiteto “demente” rivolto da De Benedetti al presidente del consiglio. È la solita deprecabile tattica della sinistra, che si agita sbraitando sempre e solo a senso unico». Da Forza Italia Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, evidenzia invece «l’incredibile conformismo di gran parte del mondo dell’informazione italiana», che ha preferito far finta di nulla. «Se un esponente del centrodestra dice qualcosa di non gradito si aprono polemiche colossali. Se De Benedetti dà del “demente” al presidente del consiglio, quasi tutti tacciono. È una vergogna. Questo modo di gestire la comunicazione offende tutto il giornalismo». Sono regole a parte, insomma, quelle che i media applicano all’editore del Domani: «Pare abbia licenza di insulto nei confronti del presidente del consiglio», conclude Gasparri, «mentre altri vengono crocifissi per qualsiasi ragione».

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