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Ultima Generazione, la scoperta dell'infiltrato: soldi per fermare Roma

Diego Mandarà
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Piazza Spoleto, Milano, ore 17.30. È un pomeriggio soleggiato e soffia un leggero vento. Alcune persone si riuniscono e sistemano degli striscioni a terra con messaggi ambientalisti. Sono attivisti del movimento ecologista “Ultima generazione”, saliti alla ribalta delle cronache nazionali per le loro azioni sopra le righe - principalmente imbrattamenti a sculture ed opere d'arte, ma anche alla facciata del Senato, e blocchi stradali- in nome della difesa dell'ambiente. Protestano contro tutti: la politica, la società civile e la stampa. Vogliono richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici. La parola d'ordine per loro è una: disobbedienza. Non a caso si definiscono «disobbedienti civili». Dicono di ispirarsi a Gandhi e Martin Luther King. Ma non vanno per il sottile con chi non vuole ascoltarli. Il gruppo locale cerca nuovi adepti da arruolare. Gente che, a partire dalla fine di aprile, sia pronta a sedersi in strada per paralizzare la circolazione. Ad esempio sul Grande raccordo anulare a Roma. Obiettivo: creare disagio per aumentare la visibilità e ottenere il maggior consenso possibile. Fingendoci interessati ad entrare nel movimento, abbiamo preso parte ad un incontro pubblico, durato circa un'ora e mezza, di “Ultima generazione”.

 

 


APOCALISSE VICINA
Una decina i partecipanti, suddivisi tra iscritti e persone che vorrebbero aderire. Qualcuno è vestito in maniera sportiva, qualcun altro sfoggia una vistosa giacca marchiata Colmar. Il clima è tranquillo. La prima a prendere parola è Anna, 32 anni, un piercing sul naso, capelli ricci, insegnante precaria al liceo. «Ho lavorato come docente fino a gennaio - spiega- poi ho smesso perché non riuscivo più a svolgere con serenità il mio lavoro. Facevo fatica a guardare negli occhi i miei alunni e a dire solo menzogne, bugie e falsità. Ai nostri ragazzi viene fatto credere che se studiano e si applicano avranno un futuro più o meno tranquillo e prospero.

 


Un posto nella società con famiglia, casa e vacanze assicurate. Nel futuro dei miei studenti non ci sarà nulla di tutto questo». A questo punto il discorso di Anna si fa apocalittico. «Non avranno nessuna famiglia - tuona - in un mondo che brucia e nel quale non ci saranno né cibo, né acqua. In un mondo nel quale non gli daranno un lavoro, ma un fucile in mano per sparare alle persone che vivono in zone dove la situazione è ancor più grave». «Questa non è una pazzia - aggiunge Anna - sono affermazioni confermate da scienziati e istituzioni europee di altissimo livello. Sono previste migrazioni di milioni di persone dall’Africa e dai luoghi più caldi del pianeta. Ci sarà disordine e si ricorrerà alla violenza.
Se non agiamo subito, il pianeta non esisterà più».


COLLEZIONE DI MULTE
Anna, che nel suo curriculum vanta già varie multe, sarà tra gli attivisti di “Ultima generazione” che parteciperanno al blocco stradale della Capitale. «Entro ottobre puntiamo a radunarci in massa per fare disobbedienza civile - dice convintamente- vogliamo paralizzare Roma per ricevere ascolto. Non temiamo le sanzioni. Ci sono persone che hanno scelto di fare solo questo e che sono pronte ad arrivare fino al carcere per sostenere la causa». È invece più timida Alessandra, 22 anni, studentessa universitaria nata a cresciuta a Milano. Anche lei prenderà parte alla protesta romana. «Il futuro non è per niente roseo», sottolinea con un tono di voce appena udibile, coperta dai rumori delle auto e dei tram che transitano a due passi. «Mi sono avvicinata al gruppo a dicembre del 2021. Ho iniziato prima con il semplice volantinaggio. Poi, dallo scorso maggio, ho partecipato alle prime azioni di supporto. Ora intendo sedermi anch’io sul Grande raccordo anulare». Ad ogni azione, però, corrisponde una sanzione. Multe salate, migliaia di euro per volta. Ed è per questo che servono soldi Qualcuno, attualmente a processo, rischia pure di finire dietro le sbarre.


Un tasto dolente per il Movimento che, per sostenere le spese legali e difendersi in tribunale, può contare solamente sulle risorse economiche derivanti da raccolte fondi e sul finanziamento collettivo interno. Anche durante l'incontro al quale abbiamo partecipato gli attivisti hanno chiesto una donazione ai presenti che con un'età media tra i 20 e 35 anni (tra loro studenti e lavoratori), sono apparsi incuriositi ma al contempo spaventati dalle conseguenze che potrebbero avere i loro eventuali atti di protesta. Gli attivisti presenti hanno cercato di rassicurarli, chiarendo però che quando si aderisce al movimento si deve garantire una costante presenza. «Si possono mettere a rischio la rispettabilità, la reputazione, le amicizie e il rapporto con i familiari. E persino il proprio lavoro», concludono gli ecologisti. 

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