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Massimo Giannini? Toh, cosa "scorda" quanto ricopre di fango Giorgia Meloni

Attilio Barbieri
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Con la Germania ufficialmente entrata in recessione l’Italia con il Pil in crescita dell’1,1% (forse addirittura dell’1,4) rischia di diventare la nuova locomotiva d’Europa. Un cambio di prospettiva decisamente indigesto per Massimo Giannini che su La Stampa di ieri colleziona tutti i giudizi critici sulla politica economica del governo Meloni.

 

 

Dal richiamo del Fondo monetario sul debito che la Meloni ha ereditato per intero, alle profezie di «brusco risveglio» confezionate dal professor Alessandro Penati (famoso per aver profetizzato la vittoria di Putin nella guerra del gas), alle critiche della Commissione Ue al taglio del cuneo fiscale e contributivo. Fino alle previsioni nerissime del Centro studi Confindustria cui il quotidiano torinese dedica tutto il primo piano.

 

 

L’obiettivo dichiarato è «smontare il vacuo storytelling della presidente del Consiglio». Peccato che la Melonomics, sempre secondo gli economisti dell’Fmi che non sono certo amici del nostro governo, possa portare la crescita del Belpaese fino all’1,4%. Ma questo Giannini non lo scrive. 

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