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Richard Gere, l'ultima bordata vergognosa: "Salvini? Atto criminale"

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Il Corriere della Sera ha intervistato Richard Gere, che si trova nel nostro Paese per tenere una master class agli studenti di cinema del Filming Italy Sardegna Festival. Ovviamente non è mancata una domanda su Matteo Salvini, con il quale c’è stato uno scontro a distanza per quanto concerne i migranti. “Se lo incontrerò dopo la polemica? Io posso incontrare chiunque, non ho problemi”, ha dichiarato il famoso attore senza nascondere un sorriso. 

 

 

“Una nuova legge in Italia - ha aggiunto Gere - quando Salvini era ministro dell’Interno, impediva ai rifugiati di sbarcare. E’ un atto criminale. Com’è potuto accadere nell’Italia profondamente cristiana? Mi sono chiesto cosa potevo fare per i 147 migranti che nel 2019 sono rimasti 19 giorni sulla nave ormeggiata davanti a Lampedusa, dopo il divieto d’ingresso del governo italiano”. L’attore ha quindi ripercorso la decisione di risalire su un’imbarcazione di migranti per portare acqua e cibo. 

 

 

“Quella gente ha preferito il rischio di morire annegata nel Mediterraneo - ha sottolineato l’attore - per non tornare a casa e morire, per sopravvivere. Ho parlato con loro, li ho guardati negli occhi, li ho tenuti per mano, ho ascoltato le loro storie. L’Italia deve vedersela con l’Africa, la Germania con i rifugiati dei Balcani. L’Europa ha una responsabilità enorme nello sfruttamento di centinaia di anni. Oggi le stesse colpe le ha la Cina - ha chiosato Gere - paese dove non posso entrare per la mia vicinanza al Tibet”. 

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