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Antonio Tajani, i 468mila euro a cui ha detto "no"

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"Per i lavoratori si lotta non con la retorica, ma con i fatti concreti". Risponde così Antonio Tajani a chi ha gridato allo scandalo per la sua frase sul salario minimo e l'Unione Sovietica. "Ecco la lettera con la quale ho rinunciato a 468mila euro di indennità transitoria da commissario europeo per lasciarli ai cittadini in difficoltà a causa della crisi economica", ha scritto il ministro degli Esteri su Twitter allegando il documento datato 12 settembre 2014.

 

 

La lettera indirizzata a Josè Manuel Barroso, allora ancora presidente della Commissione europea, è stata "una scelta personale, di coscienza", aveva spiegato ai tempi Tajani ritenendo "opportuno dar prova di sobrietà e solidarietà soprattutto in un periodo di difficoltà per i cittadini europei che sono chiamati a fare molti sacrifici e che soffrono per un elevato tasso di disoccupazione, a volte molto rilevanti". L'ex commissario europeo rinunciò così all'indennità transitoria di fine mandato, circa 13mila euro al mese per tre anni: 468mila euro. Fatti non parole.

 

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