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De Benedetti-Elkann scatenano i loro giornali contro Rocca? Cosa c'è dietro

Alessandro Gonzato
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Si mormora, a Roma: che dietro agli attacchi di Repubblica, La Stampa e del Domani al governatore Francesco Rocca ci siano le mire di John Elkann e Carlo De Benedetti sulla sanità del Lazio? Gli attacchi del Domani, dunque - quotidiano di De Benedetti- partirebbero da ieri, febbraio 2018, quando il gruppo Kos ha comprato la Casa di cura Sant’Alessandro, in via Nomentana, a Roma, allora 60 posti più 23 in ristrutturazione, struttura accreditata dalla Regione. Il presidente del Lazio era il dem Nicola Zingaretti e il premier il compagno di partito Paolo Gentiloni. Kos, 550 milioni di fatturato annui - controllata dalla Cir della famiglia De Benedetti (Compagnie Industriali Riunite) - è stato fondato nel 2002 da De Benedetti. La Casa di cura di via Nomentana è il primo grande passo dell’Ingegnere nella sanità laziale, settore in cui la tessera numero uno del Partito democratico tenta di farsi largo. Sgomita, va giù di miliardi, tutto lecito, capiamoci. A marzo 2020 Kos, in cui quattro anni prima era entrato col 37% il fondo F2i di Cassa Depositi e Prestiti attraverso la F2i Healthcare, ha rilevato la gestione di un’altra importante Casa di cura, Villa Armonia Nuova- ancora a Roma, 104 posti letto, sempre accreditati dalla Regione. E sempre nel 2016 Cir ha acquisito il restante 10% dal fondo francese Adrian, operazione da 292 milioni. Il pacchetto-sanità di De Benedetti nel Lazio si è arricchito con la Residenza Anni Azzurri, nel parco di Veio (in zona Roma Nord), altri 118 posti letto.

 


CAMPAGNA MEDIATICA
Nel 2006 Kos (93 strutture in Italia, 51 in Germania e cliniche anche in India) ha acquisito il 100% del gruppo Anni Azzurri, allora uno dei principali operatori privati in campo socio-assistenziale. Il Domani un giorno titola “Rocca, il governatore immobile, amico della sanità privata”. Un altro giorno scrive: “L’inesistente Rocca”. Sono pressioni su Rocca? È tutto un tutti (tutti quelli del Domani) contro Rocca. Un passo indietro, ancora al 2016, quando in Kos ha messo piede pure il fondo sovrano del Bahrein, 40 milioni per una quota di F2i Healthcare, il fondo di Cassa Depositi e Prestiti. E Repubblica? Be’ per Repubblica “Rocca non si dissocia dall’antifascismo”, questo alla vigilia delle elezioni regionali di febbraio, stravinte dal centrodestra. Pochi giorni prima il giornale degli Elkann ci spiegava “chi è Francesco Rocca, la condanna per una vicenda di spaccio di droga non ha fermato l’ascesa del 57enne aspirante governatore”. C’è l’imbarazzo della scelta: “Da legale delle cliniche a candidato nel Lazio. Gli intrecci di Rocca con i big della sanità”. Il gruppo editoriale Gedi è scatenato, e La Stampa negli ultimi giorni è stata tra i quotidiani più duri contro il portavoce del governatore del Lazio, Marcello De Angelis, per il suo post su Facebook (certo, non necessario) sulla strage di Bologna.

 


SOLDI A PALATE
Malignano, diciamo così, nella capitale: che in tutto questo c’entri qualcosa il fatto che a fine 2022 John Elkann ha annunciato che tra sanità, lusso e tecnologia Exor era pronta a investire 9 miliardi? Intanto Exor ne ha già investito uno tra Italia e Francia, dove gli eredi della famiglia Agnelli hanno acquisito il 10% dell’istituto Mérieux (si occupa di ricerca farmaceutica), a Lione. Nel Lazio Exor ha iniziato nel 2021 (sempre con governatore Zingaretti) la scalata alla sanità, o almeno il tentativo, con l’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale (200 posti letto e 360 dipendenti). Ad aprile 2022 Exor ha rilevato il 44,7% dell’italiana Lifenet Healthcare, operazione da 67 milioni. Lifenet è guidata da Nicola Bedin, il quale dal 2005 al 2017 è stato a capo del colosso San Donato, che poi ha lasciato per fondare Lifenet il cui fatturato si aggira sui 100 milioni all’anno. A gennaio Healthcare ed Exor hanno finalizzato l’acquisizione della Casa di Cura di Aprilia, oltre mille ricoveri all’anno. I giornali di Elkann e De Benedetti fanno le pulci a Rocca per la gestione della sanità, ed è incredibile dato che la gestione Zingaretti-D’Amato (ex assessore alla Sanità) ha lasciato la sanità con un buco di 28 miliardi. A Roma però si dice che tanto incredibili questi attacchi non siano.

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