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Michela Murgia, cosa hanno trovato nell'armadio dopo la morte

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Michela Murgia ha lasciato anche un armadio piuttosto speciale. Si trova nello studio legale di Cathy Latorre, avvocata e attivista che era molto amica della scrittrice venuta a mancare lo scorso 10 agosto a causa di un tumore. All’interno dell’armadio sono conservati tutti i fascicoli riguardanti le cause intentate negli ultimi quattro anni contro chi insultava pesantemente e gratuitamente la Murgia sui social. 

 

 

Decine di cause sono già state vinte, altre invece sono ancora in corso. “Nel 2019 - racconta Latorre al Corriere della Sera - decidemmo, insieme, che non potevamo più ingoiare e basta. Bisognava rispondere in sede giudiziaria. Non con querele penali, bensì per via civile. Perché Michela ed io eravamo convinte che il reato di diffamazione sarebbe da depenalizzare e non dovrebbe intasare i tribunali penali che si occupano di reati più gravi. Meglio agire per via civile con forme di giustizia riparativa ovvero attraverso richiesta di risarcimento danni e richiesta di scuse”. 

 

 

Dopo le indagini per profilare gli haters, Murgia e Latorre hanno fatto partire le prime lettere con richiesta di mediazione civile: “In quella sede - ha spiegato l’avvocata - si può trovare un accordo: per esempio con una lettera di scuse e una donazione in denaro a un’associazione decisa da Michela. L’80 per cento dei casi si sono risolti così. Michela ha partecipato a molte mediazioni e ogni volta si stupiva di come i tentativi di giustificazione fossero sempre gli stessi: ‘non avevo capito… non volevo offendere…’. Abbiamo decine di lettere di scuse in cui odiatori e odiatrici si pentivano, ma solo quando si trattava di dover mettere mano al portafoglio”. 

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