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Beatrice Pepe, numeri a casaccio: la figuraccia dell'eco-maestrina in tv

Beatrice Pepe

Alessandro Gonzato
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Beatrice Pepe è una Laura Castelli che ancora non ce l’ha fatta. La mitologica Castelli, ex sottosegretaria grillina all’Economia e parvenu della prima infornata pentastellata - quella che giurava di aprire il parlamento come una scatoletta di tonno- voleva insegnare in tivù all’ex ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, prima vicesegretario generale dell’Ocse, cos’era lo spread. Padoan le aveva spiegato che «se aumenta lo spread diminuisce il valore capitale degli attivi delle banche, e che quindi le banche si devono rifare alzando il costo del finanziamento», e la Castelli se n’era uscita con un esilarante: «Questo lo dice lei!». La signorina Pepe, 29enne torinese tra le attiviste di spicco del gruppo pseudo-ambientalista di Ultima Generazione, in tivù l’altra sera ospite di Quarta Repubblica ha sparato che «l’anno scorso in Italia per il caldo sono morte 18mila persone», che «a Bari a luglio sono morti 333 anziani», che «le persone muoiono». Ma dai! E come fa a sapere queste cose la Pepe? «Sono dati scientifici», ha risposto. E dove li ha trovati? Silenzio.

 

 

LE GAFFE - È come quando chiesero alla sottosegretaria all’Economia Castelli: «Cosa voterebbe aun referendum sull’uscita dall’euro? Non si dice cosa si vota». E ancora, la Castelli: «Le tessere del reddito di cittadinanza? Ehm, ehm... Le stiamo stampando». «Dove?». Di nuovo: «Ehm, ehm...». Torniamo alla Pepe. Il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone, le fa notare: «Lei non può venire qua a dare dei numeri al lotto antiscientifici: come fa a dimostrare che 18mila persone sono morte per il caldo? Non ha nessuna possibilità di dimostrarlo». La Pepe riattacca: «Io non sono una scienziata, ma ci sono degli studi...».

Quali? Mistero. È come la Castelli quando davanti a una platea di dottori commercialisti disse: «Sono laureata in Economia, non sono una commercialista, ma nella vita ho avuto un mio studio, ho lavorato nello studio di famiglia che si occupa di paghe». La platea rimase di stucco. Lei provò a vincere l’incredulità aggiungendo che aveva lavorato in un Caf, ma non migliorò la situazione. La Pepe ad agosto non ha potuto incontrare a Roma il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, il quale ha ricevuto alcuni suoi sodali di Ultima Generazione per via di un foglio di via dalla capitale frutto di una manifestazione che aveva bloccato il traffico mandandolo in tilt, ovviamente in nome dell’ambiente. «Io non sono uno scienziato, io non sono un ingegnere energetico», risponde sempre a “Quarta Repubblica” - ospite di Nicola Porro - la pasionaria Pepe, che ricomincia sull’inquinamento e il cambiamento climatico. Interviene Chicco Testa, per anni nel Cda di alcune delle più grandi aziende italiane: «Se ci sono delle soluzioni me le devi dire...». Pepe: «Ma perché devo venire a fare l’ingegnere energetico che non sono? Ripeto: c’è la scienza che parla, ci sono persone che hanno studiato e che andrebbero ascoltate.

 

 

Invece noi continuiamo a investire nel fossile». E perché se la Pepe non ha studiato va in televisione a parlare di certe cose? Rullo di tamburi...
Arriva la perla della serata... Vai Pepe, vai: «L’Italia lo scorso anno ha speso 60 miliardi nel fossile!». Testa trasecola: «Ma dove? Dove li ha investiti? Ma chi?». Pepe: «L’Italia! Ma scusi... Lei sta cercando di invisibilizzarmi?». «No, sto cercando di capire quello che stai dicendo, perché non si capisce nulla!». Testa ritenta: «L’Italia riscuote 40 miliardi di tasse dai fossili, questo te lo dico io. Dimmi dove l’Italia investe soldi nel fossile!». Pepe: «Ma sta scherzando? Che razza di domanda è? Ma perché non bisogna fare informazione in televisione: ma non vi vergognate? Ci sono degli studi... Io non devo venire qui imparandomi gli studi a memoria per dimostrare a lei che ci sono degli studi effettivi».

COMICITÀ - Manca solo la musica del Benny Hill Show. A trasmissione finita, nel chat di Ultima Generazione - su Telegram- la Pepe diffonde tabelle grafici, frecce e freccette, ma la toppa è peggio del buco. Uno scrive: «Evitiamo di difendere l’indifendibile, è stata una serata terribile». Un altro: «È stata mandata in tivù una persona che a parte qualche numeretto di retorica non aveva né riferimenti né dati precisi. Ha fallito miseramente». E ancora: «Dove sono in questa tabella i 60 miliardi?». Uno risponde: «Semmai i 60 miliardi per Legambiente sono la somma di tutti i Paesi del G20». E avanti: «La prossima volta evitiamo una mortificazione del genere». No, per favore! Lunga vita televisiva e non a Beatrice Pepe, dispensatrice di buon umore. 

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