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Massimo Giannini? "La rottura con Elkann ai funerali di Scalfari"

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Cambio di direzione a La Stampa. Massimo Giannini viene sostituito da Andrea Malaguti, vicedirettore vicario del quotidiano del gruppo Gedi News Network. Giannini lascerà dopo tre anni e mezzo dal 7 ottobre e tornerà a Repubblica con il ruolo di editorialista e commentatore, oltre che autore di podcast. Una sorpresa? Non proprio all'interno delle testate del gruppo. Stando al Giornale non passavano inosservati i pessimi i rapporti con gli editori Elkann. Addirittura - si legge - la rottura si consumò fin dai funerali di Eugenio Scalfari, dove Giannini nella sua orazione funebre li accusò in pratica di non aver capito nulla della Repubblica del Fondatore.

Poi il comunicato di fine luglio, quando il Comitato di redazione non usava parole al miele nei confronti del fu direttore. I giornalisti parlavano di "Arroganza e indifferenza", "mancanza di rispetto personale e professionale", ma anche "sconcerto e rabbia", perché la Stampa era "una nave alla deriva". E a gettare benzina sul fuoco lo smacco degli Elkann che preferirono nominare Maurizio Molinari alla guida di Repubblica. Una vera e propria batosta per Giannini che, cresciuto fin da giovanissimo alla scuola di Scalfari, si sentiva l’erede in pectore del quotidiano di Largo Fochetti.

 

 

Da qui la decisione giunta a fine estate, quando il direttore avrebbe trattato un’uscita: la successione interna con Malaguti, il ritorno a Repubblica come editorialista, un probabile contratto con Discovery per un programma tv. D'altronde, rivelano alcune fonti al Giornale, il piccolo schermo "è l’unica sua vera passione, tramontata l’ipotesi di dirigere Repubblica". La riprova? Oltre alla sua presenza come ospite fisso nei talk-show (Otto e Mezzo ne è un esempio), la scelta di inserire nel giornale volti noti come la compianta Michela Murgia, Lucia Annunziata, Massimo Cacciari, Alessandra Ghisleri e Annalisa Cuzzocrea.

 

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