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Israele, Patrick Zaki con la Palestina: cosa pubblica da 2 giorni

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Da due giorni Patrick Zaki sta pubblicando sul suo profilo X post e condivisioni a raffica su quanto sta accadendo in Israele. Un dramma che ha sconvolto lo studente egiziano dell'Università di Bologna, imprigionato per mesi a Il Cairo e liberato anche grazie all'intercessione del governo italiano. Sconvolto, sì, ma non per il barbarico raid dei palestinesi di Hamas che hanno mietuto centinaia di vittime civili tra donne, ragazzi, bambini e anziane, israeliani e stranieri indistintamente. No, sconvolto dai morti di Gaza bombardata dall'esercito israeliano come reazione all'eccidio di sabato. 

L'unico video che Zaki ha condiviso sull'operazione dei palestinesi di sabato mattina, un attacco indiscriminato e volontariamente sanguinoso ai kibbutz, ai villaggi dei coloni israeliani e addirittura a un rave party nel deserto del Negev, è quello "di propaganda" diffuso dalle stesse milizie islamiche: si vede una donna israeliana terrorizzata con un bambino piccolo in braccio, circondata da milizie che a favore di telecamera la rassicurano, "nessuno ti toccherà, datele una coperta, lasciate che il mondo veda che siamo umani".

 

 

 

In due giorni, nessuna parola spesa per condannare invece le atrocità su vittime inermi dell'odio antisemita dei jihadisti, altrettanto esibite (con orgoglio) sui social. La nonnina portata via dai terroristi, la giovanissima rapita a bordo di una moto e disperata, l'altra ragazza con le gambe spezzate buttata brutalmente su un pick-up: nessuna di loro merita una parola di biasimo da parte dello studente egiziano "adottato" da Bologna, dall'Italia e idolo della sinistra di casa nostra. Nemmeno un cenno, mai.

 

 

 

Il suo "feed" su X (l'ex Twitter) è impressionante per quanto a senso unico. La sola eccezione in due giorni di post contro Israele e la reazione militare nella Striscia (sembra una barzelletta, non lo è), è il tweet di sabato pomeriggio in cui si complimenta per il pareggio del Bologna in casa dell'Inter. Poi si ricomincia con la raffica di accuse dirette al governo di Netanyahu, con il bollettino (tragico, certo) di morti nei bombardamenti di Gaza in continuo aggiornamento.

 

 

 

Condivide un post della attivista Mai El-Sadany ("Il diritto internazionale non è qualcosa da cui scegliere. Vieta la presa di ostaggi, l'uccisione indiscriminata, la presa di mira di civili e la punizione collettiva. Vieta il reato di apartheid. Ha ritenuto illegali questa occupazione prolungata e il blocco di Gaza").

 

 

 

Quindi fa sue le denunce del palestinese Muhammad Shehada ("Israele sta ora radendo al suolo interi grattacieli residenziali nel centro di Gaza che hanno ZERO valore di sicurezza! Questi sono chiamati 'obiettivi di potere' e bombardarli ha lo scopo puramente di terrorizzare, intimidire e punire collettivamente la popolazione di Gaza...". E ancora: "Crimine di guerra: Israele ha bombardato direttamente un'ambulanza che trasportava palestinesi feriti nel campo profughi di Jabalia! Seconda ambulanza colpita direttamente da Israele in 48 ore... Gli equipaggi medici e i civili non sono mai bersagli, qualunque cosa accada!"). 

Cosa pensa Zaki della vicenda? Patrick lo riassume in poche righe, già sabato: "Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l'uccisione di civili". Il "serial killer" non è il capo di Hamas ma il premier israeliano Netanyahu, che ha invitato i civili di Gaza a lasciare le loro abitazioni. 

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