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Zaki rincara la dose: la guerra? "Conseguenza delle politiche di Israele"

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Patrick Zaki rincara la dose. Dopo la polemica sulle sue frasi contro Israele, l'attivista torna sulla guerra e dichiara: "La situazione che stiamo vivendo è conseguenza delle politiche dell'attuale governo israeliano. Non è sorprendente". Intervistato al Tg1 sulla crisi in Medio Oriente, Zaki ribadisce di non poter "essere a favore di nessuna uccisione di civili". Da qui quella che sembra un'accusa ai media: "Sento che non stiamo puntando l'attenzione sull'alto numero di palestinesi uccisi per anni e bombardati a ogni ora. Chi mi conosce sa che condanno tutte le violenze".

Ecco allora che porta un'esperienza personale: "Un mio caro amico è un docente di un'università palestinese e ha perso dieci familiari, dovremmo prestare attenzione a entrambe le parti". Sulla sua liberazione Zaki afferma: "La libertà ritrovata è una grande conquista. Grazie anche all'Italia che mi è stata accanto". Intanto a prendere le difese dell'attivista ci pensa Amnesty International Italia. Per il portavoce Riccardo Noury "in questi giorni Patrick Zaki ha ripetutamente condannato le violenze contro i civili israeliani e palestinesi, come dovrebbe fare ogni persona che difende i diritti umani. Se poi, sulla sua analisi del contesto e delle cause di ciò che sta accadendo ci sono punti di vista diversi, è del tutto lecito dissentire e contestarle".

 

 

E ancora, all'Ansa: "Constato, tuttavia, che si sta andando molto oltre: dopo aver subito una persecuzione giudiziaria per tre anni e mezzo in Egitto per aver preso la parola, ora in Italia sta subendo una campagna di odio e la parola gli viene persino tolta, come si evince dalla decisione di non ospitarlo più nella prima puntata del programma di Fazio".

 

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