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Gianni Agnelli, il tesoro nascosto? Si muove Vittorio Sgarbi: la lettera agli eredi

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Dove si trova il tesoro artistico di Gianni Agnelli? Il tema tiene banco da anni. Ma negli ultimi mesi è tornato prepotentemente d'attualità. E ora si muove Vittorio Sgarbi. Infatti il sottosegretario alla Cultura, con una lettera inviata alle Soprintendenze di Roma, Torino e Venezia e al Direttore Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura, chiede di verificare dove effettivamente si trovino alcune opere d'arte della collezione Agnelli. 

Tra i destinatari della lettera figurano anche gli eredi di Gianni e Marella Agnelli. "In merito alla questione rappresentata nella puntata della trasmissione di Rai3 Report, in data domenica 15 ottobre, sulla consistenza della collezione Agnelli in seguito alle ripartizioni ereditarie, è doveroso indicare la posizione del Ministero della Cultura relativa all'importanza delle opere per il patrimonio artistico italiano - scrive Sgarbi -. Essa si esprime attraverso il vincolo di particolare interesse, denominato notifica, affidato alla discrezionalità delle Soprintendenze che, nel corso degli anni, hanno preso atto di acquisti, prevalentemente di arte contemporanea, di autori non italiani in gran parte provenienti dal mercato internazionale e conservati all'estero", si legge nella missiva. 

 

E ancora: "All'analisi degli elenchi, le opere acquistate soprattutto negli anni '60 e '70, come ho tentato di spiegare agli inviati di Report, non avevano né una particolare importanza né più di 50 anni, che all'epoca era il termine per stabilirne lo storico interesse. Tutti i capolavori di autori stranieri risultano in case non in Italia, e non potevano e non possono essere sottoposti ad alcun vincolo". Insomma, pur depotenziando le accuse di Report, Sgarbi sottolinea: "Soltanto quattro casi appaiono oggi, attraverso l'inchiesta giornalistica, meritevoli di attenzione e tali da attivare l'impegno delle Soprintendenze di Venezia e di Torino. Si tratta dei bassorilievi di Canova provenienti da Villa Franchetti Albrizzi di Preganziol (che vanno considerati 'immobili per destinazione') sui quali è stata aperta un'inchiesta; gli esiti della quale non possono, in ogni caso, prescindere dalla conoscenza della loro attuale ubicazione".

E ancora, aggiunge il critico d'arte: "Di sicuro interesse per il patrimonio artistico italiano sono Salutando di Giacomo Balla, del 1908, e Il mistero e la malinconia di una strada di Giorgio De Chirico, del 1914. Infine può meritare attenzione, per la presenza nelle mostre di Venezia nel 1980 e di Roma nel 2015, La chambre di Balthus, del 1954, che pure non ha compiuto settant'anni e non necessita di permessi di libera circolazione - rimarca la missiva -. La ricerca di Report, con il reperimento degli elenchi, conduce a queste conclusioni, per le quali si chiede agli attuali proprietari, gli eredi di Gianni e Marella Agnelli, anche attraverso le verifiche delle Soprintendenze di Torino e Roma, di indicare l'attuale ubicazione delle tre opere che, a termini di legge, non risultando importazioni temporanee né richieste di esportazione, dovrebbero essere in Italia. Per gli altri dipinti, di autori non italiani e non conservati in Italia, appare insensata la pretesa di vincolo e di qualsivoglia tutela da parte del Ministero della Cultura", conclude Vittorio Sgarbi.

 

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