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Paolo Mieli, sfregi agli ebrei? Quei silenzi di troppo della sinistra

Paolo Mieli

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A Parigi domenica 12 novembre si è svolta una manifestazione contro l’antisemitismo all’indomani di quella pro-Palestina che si è tenuta il giorno prima a Londra. Il corteo all’Esplanade des Invalides ideato da Gérard Larcher e Yaël Braun-Pivet, osserva Paolo Mieli su Il Corriere della Sera, "ha avuto un insperato e inaspettato successo. Era però assente un pezzo non irrilevante della sinistra francese". A partire dal presidente Emmanuel Macron, il quale subito dopo l'attentato di Hamas del 7 ottobre aveva proposto "un’alleanza mondiale contro Hamas come quella contro l’Isis" mentre "negli ultimi giorni si è mostrato più sensibile alle sorti dei civili di Gaza e ha preso le distanze dall’adunata di Larcher e Braun-Pivet".

Venendo alla sinistra di casa nostra, prosegue Mieli, "tre donne (la prima ex internata ad Auschwitz, le altre due, esponenti della comunità ebraica) hanno messo in evidenza il fastidio provocato da alcuni atteggiamenti di quella che è - presumibilmente, in linea generale - la loro parte politica". Edith Bruck "ha dichiarato che i fatti dell’ultimo mese le hanno fatto cambiare idea circa la sensibilità della sinistra in tema di antisemitismo", Noemi Di Segni ha sottolineato "quanto sia ancora diffusa nel campo progressista un’indiscriminata ostilità nei confronti di Israele". E Ruth Dureghello "ha ricordato come già ai tempi della guerra del Libano (1982) s’innescò un equivoco 'processo di colpevolizzazione di tutto il popolo ebraico'".  

 

 

Al di là delle parole di condanna a sinistra nei confronti del massacro del 7 ottobre, queste tre donne "forse si aspettavano che il tema venisse successivamente approfondito in modi più circostanziati", ragiona Mieli. "Soprattutto quando a quel lutto in Europa s’è accompagnata una moltiplicazione di aggressione a cittadini ebrei, svastiche sui muri, oltraggi a sinagoghe e cimiteri israelitici. Sfregi a ebrei. Non a israeliani in un qualche rapporto con Netanyahu. Gente che non aveva nessuna relazione con bombardamenti e missili su Gaza. Ebrei. Solo ebrei". 

In conclusione "una qualche sensibilità ha suggerito a Elly Schlein di evitare che la 'sua' manifestazione di sabato scorso fosse caratterizzata dallo sventolio di bandiere palestinesi e da slogan che invitavano a 'liberare la Palestina dal fiume Giordano alle rive del mare' (il modo corrente di chiedere la distruzione dello Stato di Israele)". E questo, "conoscendo parte dei gruppi dirigenti (occulti o palesi) selezionati dalla sinistra italiana negli ultimi decenni, è già qualcosa di ardimentoso".

 

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