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Non una di meno, slogan anti-israeliani? "Un grave errore": la sentenza di Sorgi

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"E' stato un grave errore esprimersi così negli stessi giorni in cui davanti agli occhi di tutti passano le immagini delle prime donne-ostaggio israeliane liberate da Hamas dopo un mese e mezzo di segregazione e violenze": Marcello Sorgi lo ha scritto su La Stampa, riferendosi alla scelta del movimento "Non una di meno" di tirare in ballo la questione palestinese nel corso della manifestazione che si è tenuta ieri, nella giornata contro la violenza sulle donne, a Roma. La protesta, in effetti, ha creato non poche divisioni, soprattutto in politica, dal momento che la violenza sulle donne non è stato l'unico tema al centro del corteo. In molti sono scesi in piazza con le bandiere palestinesi, tirando in ballo la questione medio-orientale.

Riferendosi a quegli israeliani contro cui sono stati urlati determinati slogan, l'editorialista de La Stampa ha parlato di "volti che sembrano provenire da un al di là dal quale non è detto riusciranno a tornare definitivamente. Gente che avrebbe meritato piena solidarietà, non parole pesanti e acuminate come pietre". Soffermandosi sull'evento di ieri, poi, Sorgi lo ha definito come "un grande evento politico, da cui non si potrà più prescindere in futuro".

 

 

 

Sul tema in sé della violenza di genere e dell'allarme patriarcato, invece, il giornalista ha scritto: "La nostra è ancora una società patriarcale, ma nei Paesi occidentali e nelle democrazie consolidate è ormai affermata la parità di diritti tra uomini e donne. Alla quale però non corrisponde un effettivo esercizio paritario degli stessi diritti, delle libertà, dell’accesso alle carriere (sebbene nei vertici aziendali e istituzionali sia sempre maggiore la presenza femminile). Si tratta appunto di eliminare, non solo con gli strumenti di legge, ma dell’educazione, della cultura, gli ostacoli che non consentono la corrispondenza dei principi alla realtà".

 

 

 

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