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Chiara Ferragni? Così va in fumo la popolarità: contrappasso social

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Pietro Senaldi
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Qualche sponsor starebbe iniziando a disdire il contratto con Chiara Ferragni. «Violazione degli accordi» è la motivazione standard in questi casi. Possiamo supporre che questo significhi che i lauti compensi siano legati al fatto che la signora non sputtani dolosamente o colposamente la propria immagine, cosa accaduta invece con la beneficenza pelosa a colpi di pandoro ai bambini affetti da sarcoma. È probabile che chi si sfila non reputi sincere, o quantomeno efficaci, le pubbliche scuse che la bionda influencer ha registrato con voce tremula, sostenendo di aver fatto un errore di comunicazione.

D’altronde, ci vuole proprio una fiducia incondizionata nella fatina dagli occhi celesti per credere che un’imprenditrice tanto geniale e sgamata come lei non abbia colto la differenza tra «con questo prodotto, Balocco e Ferragni sostengono la ricerca contro i tumori infantili», la formula suggerita dai produttori di pandori sponsorizzati, e «il pandoro Chiara Ferragni, le cui vendite serviranno a finanziare...», la correzione imposta dal suo staff. Ma quale sbaglio. L’influencer da 30 milioni di seguaci- anche se dopo lo scandalo sono un po’ calati ha detto “bianco” quando invece era “nero” e se errore c’è stato, è stato la scelta di fare una pubblicità ingannevole, sanzionata dall’antitrust, e non quello di esprimersi male. Chi conosce la signora sostiene che lei fosse realmente inconsapevole dell’ambiguità del messaggio, che la frittata l’abbiano fatta i suoi collaboratori e che lei fosse persuasa che la somma donata da Balocco all’ospedale dei bimbi malati di tumore fosse realmente legata alle vendite del pandoro da lei pubblicizzato. Se così fosse, ci dovremmo aspettare, anziché lacrime trattenute con poca fatica e apparizioni con vestiti eccezionalmente dimessi, provvedimenti drastici verso chi nel suo staff l’ha indotta in errore, modificando senza quasi concedere diritto di replica il testo proposto dall’azienda dolciaria e procurandole grave danno.

 

 

Al momento, la maliziosa sensazione resta che le scuse di Chiara siano piuttosto opache e la tardiva donazione di un milione di euro - il suo cachet, terribilmente stridente con il versamento di 50mila euro inizialmente fatto da Balocco per i bambini - all’ospedale dei tumori infantili sia figlia del calcolo più che del pentimento e miri a limitare i danni. Regalare un milione per evitare di perderne due, tre, o forse anche una dozzina, causa crollo reputazionale e conseguente fuga degli sponsor. Sempre i bene informati sosterrebbero che anche il marito di Ferragni, il rapper Fedez, che si è esposto nettamente in difesa della moglie, arrivando ad attaccare Giorgia Meloni per aver osato criticarla allusivamente, sia piuttosto preoccupato dalla vicenda e tema di essere contagiato dal calo di popolarità della consorte. Ha parlato troppo presto e ora non saprebbe come sfilarsi dalla bollente situazione. Potrebbe fare un comunicato con cui prendere le distanze dalla moglie nella cattiva sorte, ma più verosimilmente sceglierà la via del silenzio. È milanese e forse sa che, quando infuria la bufera e volano schizzi di fango ad alzo zero, i suoi concittadini sono usi a stare “schisci”, ovverosia mantenere un basso profilo. Cosa che forse è la peggiore punizione, per lui e per lei, viste le regole della casa.

 

 

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